Noi non sappiamo come andrà a finire la vicenda amministrativa che a si è venuta a creare dopo che il Consiglio comunale ha bocciato l’aumento della Tasi. L’immediata conseguenza è stata che l’Amministrazione si è vista costretta (a suo dire) a bloccare alcuni servizi. Tra tutti quello degli scuolabus che ogni mattina dovevano portare i bambini a scuola, e quello della mensa che veniva somministrata nelle aule di alcuni plessi. Appendice non secondaria è quella che intorno a questi servizi “girano” diversi posti di lavoro. Quindi gente e spesso famiglie senza stipendio. Per la verità l’Amministrazione nel sospendere i servizi si è detta pronta a ripristinarli nel prossimo mese di gennaio. Insomma i servizi sono stati sospesi, ci è parso di capire, perché il Consiglio comunale ha bocciato l’aumento della Tasi, da dove dovevano arrivare i soldi per avere il pareggio di bilancio. Tutti, consiglieri di maggioranza e di opposizione, sindaco e giunta e persino quello che rimane dei partiti politici, si sono avvicendati al “capezzale del morto”, per proporre soluzioni atte ad evitare l’interruzione dei servizi. Potevano pensarci prima… Comunque, come si dice, meglio tardi che mai. Ma di proposte concrete non ne abbiamo sentite se non il generico richiamo a tagliare le spese superflue. A proposito, per favore se ne individuate qualcuna di queste spese inutili fatecelo sapere, siamo curiosi di raccontare ai nostri lettori di cosa si tratta e di metterci accanto il nome e il cognome di chi in passato ha sperperato il denaro dei marsalesi. Tra le possibili soluzioni abbiamo sentito quella solita della diminuzione degli stipendi del sindaco, della giunta e dei consiglieri. Non abbiamo contezza di quanto ci si potrebbe ricavare, sappiamo però che la china qualunquistica del “…sono tutti inutili e ci fregano i soldi”, non solo non ci appartiene ma ci farà scivolare da un presunto stipendificio alla politica fatta solo dai ricchi. Allora come reperire i fondi senza tagliare i servizi? Non lo sappiamo e non ci compete. Registriamo però che forse non lo sanno neppure quelli che dovrebbero e questo ci indigna e ci preoccupa