“Giuro di adempiere le mie funzioni con scrupolo e coscienza”.
Così esordimmo in Consiglio Comunale quasi tre mesi fa, questo l’incipit della formula del giuramento.
Due concetti questi, “scrupolo” e “coscienza”, che nella seduta nella quale si è discusso dell’aumento della TASI (e in un’orgia di bipartisan qualunquismo) si è fatto tranquillamente a meno.
Tanti, troppi forse, i “salvatori della Patria” che hanno scongiurato detto aumento, che una manica di banditi, sfruttatori e ciechi amministratori (secondo il loro pensiero, si intende) aveva predisposto.
“La Patria è salva”, dicono, cantano vittoria.
Confesso, sono fra quei quattro coglioni che invece hanno ritenuto opportuno esitare l’atto così come predisposto dall’ufficio di ragioneria e dall’Amministrazione, convinti della drammatica necessità di quadrare le casse del Comune.
Chiedo a voi, gentili lettori: quale politico sano di mente aumenterebbe le tasse ai propri concittadini se non lo ritenesse assolutamente necessario, pregiudicando così la sua popolarità?
Perché di tanto in tanto è bene riconoscere che dalla quadratura dei conti deriva inevitabilmente l’assicurare servizi dignitosi alla comunità.
Confesso che le motivazioni forniteci dagli uffici (diversa rendicontazione rispetto al passato, creazione di fondi a garanzia dei crediti difficilmente esigibili che il Comune vanta, progressivi mancati trasferimenti di Stato e regione, ecc) confesso, dicevo, queste motivazioni mi hanno convinto.
Perché l’alternativa, questo i salvatori della Patria forse lo dimenticano, rischia di essere proprio quella di mettere mano a tagli relativamente ai servizi di base, servizi che già così come stanno le cose di certo non godono di ottima salute.
Perché, cari lettori, potete anche provarci ma in questa Città non troverete mai un responsabile politico che abbia determinato lo stato di cose presente.
Gli unici responsabili che la nostra comunità è riuscita a stanare e conseguentemente a cacciare sono i Borboni ma ormai sono trascorsi oltre centocinquant’anni…
Perché, cari lettori, il mio collega Antonio Vinci (che in sede di Consiglio ci ha deliziati con la sua prosopopea) non ha mai amministrato questa Città e non era vice-sindaco fino a due anni fa.
Perché i colleghi socialisti (sul fatto che il Partito Socialista sia passato da Pertini a Nino Oddo e le sue compravendite nei consigli comunali di mezza Sicilia vi chiedo di soprassedere) non hanno mai frequentato il “palazzo”.
Ed il solerte Oreste Socrate Alagna è a tutt’oggi il collega più puntuale, partecipe e disinteressato al gettone di presenza.
Perché loro, i salvatori della Patria, adempiono con vero scrupolo e sincera coscienza al loro ruolo.
Ci sono i giovani direte (tecnicamente anch’io lo sarei) che però all’atto del voto o si confondono nel decidere quale termine adottare tra “favorevole”, “contrario” ed “astenuto” o cambiano idea uniformandosi ai desiderata di Facebook, sperando di risultare meno impopolari agli occhi degli unici detentori delle verità uniche ed incontrovertibili: i grillini.
In tutto questo ha perso la politica, ha perso la Città.
Ha prevalso il qualunquismo di chi ha reso un atto importante un fatto di bottega, semplicemente per mostrare al Sindaco il proprio malcontento per non essere stato accontentato a dovere.
Ma questo è un mio pensiero, spero di sbagliarmi.
Vi chiederete del bene comune e dell’interesse collettivo al fine di riportare la Città fuori dalle secche della peggiore crisi economica che dal dopo guerra ad oggi abbiamo mai vissuto.
Balle.
Si riduce tutto ad una questione di sciacallaggio politico, posizionamenti e poltrone, poste le debite eccezioni che pure ci sono.
In verità la Città non merita questo.
Tuttavia, e concludo, alla luce di tutto ciò qualche opzione da valutare ci rimane.
La prima, credo la meno praticabile, è quella di accontentare il ventre molle della Città e andarcene tutti a casa, sperando in migliori fortune, riconoscendo però l’inadeguatezza politica e culturale di tutti noi.
La seconda è quella che ho proposto al Sindaco: riconoscere che la nostra non è una maggioranza affidabile e che non abbiamo i numeri in Consiglio, per cui è auspicabile il ritiro delle deleghe a quanti non riescono di fatto a rappresentare i gruppi consiliari di riferimento unitamente a chi ha scelto di approfittare della “posizione” semplicemente per apparire e conseguentemente continuare nell’ottica della “campagna elettorale permanente” (ogni riferimento all’Assessore Angileri è puramente voluto).
Questo ci metterebbe nelle condizioni di avviare una sorta di “patto con la Città” al di fuori dalle logiche di lottizzazione partitica, queste sì vero cancro della lotta politica per il cambiamento che per quanto mi riguarda Alberto Di Girolamo ancora rappresenta (tutto sommato anche lui è lì da poco più di tre mesi).
Rivolgiamoci alle migliori energie della società, alle più qualificate sacche della popolazione a disposizione di questa bella e disgraziata Città.
Solo chi è in mala fede non potrà comprendere la portata di un segnale politico di questo tipo.
Punto.
PS: ho rassegnato le dimissioni da capogruppo di “Cambiamo Marsala” in quanto ho dichiarato in Consiglio che avrei fatto questo qualora la linea del gruppo che rappresento non fosse stata unitaria all’atto della votazione.
Così non è stato, di conseguenza…
Stessa cosa intendo fare da vice – presidente della Commissione Finanze.
Daniele Nuccio
Consigliere Comunale “Cambiamo Marsala”