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Alcamo: in arresto Alberto Galofaro, imprenditore con l’hobby dell’usura

Nella serata di ieri, gli agenti del Commissariato di Polizia di Alcamo hanno tratto in arresto l’imprenditore alcamese Alberto Galofaro, 49enne, dando esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo.

Il provvedimento arriva dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dallo stesso contro la condanna a dieci anni di reclusione emessa in Appello (dopo che in primo grado Galofaro era già stato condannato a 16 anni di reclusione) confermando quindi la sentenza che lo aveva riconosciuto colpevole di usura aggravata, tentata estorsione e detenzione abusiva di armi.

La vicenda ha inizio nel 2005, con il primo provvedimento restrittivo emesso dal gip di Trapani nei confronti di Galofaro. Un risultato frutto di indagini avviate in parallelo dai Commissariati di Alcamo e Castellammare del Golfo, da un lato, e dalla Compagnia dei Carabinieri di Alcamo dall’altro, le quali malgrado trattassero diverse ipotesi delittuose, sono giunte alle medesime risultanze investigative configurando i reati di usura aggravata, estorsione e illecito esercizio di attività finanziarie a carico di Galofaro.

Tali filoni di indagine, hanno messo a fuoco l’attività usuraia posta in essere dall’uomo, che a sua volta si lega a un episodio di cronaca verificatosi a Castellammare del golfo e riguardante il danneggiamento dell’abitazione di proprietà di un artigiano. Attraverso l’espletamento di servizi di intercettazione, le indagini hanno mostrato una realtà sostanzialmente difforme da quella ipotizzata inizialmente, ovvero una ritorsione per una potenziale richiesta di natura estorsiva disattesa dalla vittima. A seguito della complessa attività d’indagine, nella quale si sono evidenziati numerosi servizi di intercettazione, sono state raccolte una serie di indicazioni che hanno consentito di tracciare i contorni di un preoccupante e drammatico scenario. La vittima, unitamente ad altri soggetti, veniva infatti osservata nel proprio vissuto quotidiano, caratterizzato dal disagio comune scaturente dall’essere soggiogato da Galofaro, il quale, senza scrupoli, approfittando delle difficoltà economiche dei soggetti coinvolti, non esitava a rendere loro disponibili alcuni prestiti di denaro, ovviamente dietro il compenso di elevatissimi interessi usurari. L’attività di indagine intrapresa in tal senso ha consentito di raccogliere molteplici e gravi elementi indiziari a carico di Galofaro e di documentare il programma criminoso dallo stesso ideato secondo un machiavellico meccanismo, al precipuo scopo di eludere facilmente qualsiasi situazione a lui pregiudizievole.

Galofaro si presentava alle sue vittime quale operatore nel settore dell’intermediazione del credito, posizione supportata dall’esistenza di una società finanziaria a lui facente capo denominata Istituto Finanziario Europeo S.r.l. con sede a Trapani.

Il curriculum criminale dell’uomo annovera comunque numerosi precedenti giudiziari, tra i quali alcuni specifici per il reato di usura; nel 1996 era stato destinatario di provvedimento cautelare poiché indagato per i reati di usura, detenzione di armi ed estorsione aggravata con il quale, successivamente gli era stato imposto il divieto di dimora a Alcamo.

Grazie al materiale raccolto e malgrado il rilevante livello organizzativo raggiunto da Galofaro che, con molta accortezza, imponeva alle sue vittime un sistema particolare di pagamento degli interessi, evidenziando ancor di più una particolare attenzione ed abilità nella predisposizione di idonee contromisure finalizzate ad eludere eventuali accertamenti nei suoi confronti, gli investigatori sono riusciti ad evidenziare il procedimento di calcolo utilizzato dall’uomo, il quale non si faceva scrupoli, malgrado il palesato stato di bisogno delle vittime, a richiedere gli interessi applicando un tasso d’interesse ben superiore a quello previsto dall’attuale normativa che in determinati passaggi raggiungeva picchi del 190%. Durante l’esecuzione del primo provvedimento di custodia, nel corso della perquisizione operata nei suoi confronti sono stati rinvenuti numerosi titoli di credito e pezzi di carta dove l’usuraio riportava i suoi calcoli per la determinazione delle spese da far pagare alle sue vittime. Tale attività è risultata estesa all’abitazione del predetto, dove è stato sequestrato altro materiale a sostegno dell’attività investigativa espletata (oltre 1.000 reperti tra titoli di credito ed effetti cambiari), nonché una pistola illegalmente detenuta.

Con il verdetto della Cassazione dopo due giorni di pedinamento ed osservazione Galofaro è stato rintracciato presso la sua dimora estiva di Alcamo Marina. Conclusi gli atti di rito l’arrestato è stato condotto presso la Casa Circondariale San Giuliano di Trapani.

Vincenzo Figlioli

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