“L’augurio conclusivo che vorrei pronunciare in questa festa – ha detto ieri il vescovo di Trapani nell’omelia del solenne pontificale che ha preceduto la processione con il simulacro di Sant’Alberto, patrono della città di Trapani- lo colgo dal messaggio ai giovani rivolto dai padri conciliari il 7 dicembre di 50 anni fa, a chiusura del Concilio Vaticano II: “La Chiesa, durante quattro anni, ha lavorato per ringiovanire il proprio volto, per meglio corrispondere al disegno del proprio Fondatore, il grande Vivente, il Cristo eternamente giovane. E al termine di questa imponente «revisione di vita», essa si volge a voi: è per voi giovani, per voi soprattutto, che essa con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l’avvenire, il vostro avvenire”.
Sulle orme dei padri conciliari, anche la nostra Chiesa, oggi, guarda con fiducia e con amore tutti, ma specialmente i giovani, ha continuato mons. Fragnelli. La Chiesa – che ha generato santi come Alberto – è la vera giovinezza del mondo. Essa possiede ciò che fa la forza o la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste”. Anche io mi rivolgo ai giovani che sono intervenuti ieri sera con la Croce di san Damiano e la Madonna di Loreto; mi rivolgo a loro e a tutti i giovani della Diocesi: “Guardatela bene la nostra Chiesa e ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell’amore, il compagno e l’amico dei giovani” (Messaggio del Concilio ai giovani, 7 dicembre 1965)”.