Cresce di giorno in giorno la preoccupazione tra gli operatori turistici e l’opinione pubblica trapanese sul futuro dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. Tante, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, le problematiche al centro del dibattito. Su tutte, la difficoltà dei Comuni a onorare gli impegni presi con la Ryanair per gli accordi di co-marketing. Le amministrazioni del territorio hanno pagato le quote relative al 2014, decidendo però arbitrariamente di non versare l’Iva, con un ammanco totale rispetto agli accordi di 660.000 euro. Per quanto riguarda il 2015, nel primo semestre i Comuni hanno versato 263.750 euro, poco più di un decimo della quota annuale prevista (pari a 2.225.000 euro). Una situazione che ha convinto il presidente della Camera di Commercio Pino Pace a lasciare il proprio ruolo di coordinatore del tavolo che aveva sottoscritto gli accordi di co-marketing. “Mi auguro che Pace possa ritornare sui suoi passi e che tutti gli altri attori di questa vicenda non perdano di vista l’importanza che assume l’aeroporto di Birgi per l’economia del nostro territorio”, commenta il sindaco di Salemi Domenico Venuti, spiegando che la sua amministrazione è tra quelle che hanno effettuato i versamenti concordati.
Preoccupazione è stata espressa anche dai sindacati. “Non possiamo permetterci di tornare indietro perdendo i vantaggi economici e in termini di occupazione prodotti nel nostro territorio dalla presenza e dal buon funzionamento dell’aeroporto di Trapani Birgi”, afferma Eugenio Tumbarello (Uil).”Comprendiamo il momento di difficoltà dei Comuni ma bisogna concentrare le risorse su obiettivi centrali per lo sviluppo del territorio e fra questi c’è il futuro di Birgi” gli fanno eco Daniele Di Luca e Giovanni Montana (Cisl). Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario provinciale della Cgil Filippo Cutrona, che nell’auspicare il raggiungimento di una soluzione che permetta di onorare gli impegni presi con Ryanair, evidenzia anche la necessità di uscire dalla logica monopolista che ha consentito alla compagnia irlandese di dettare le regole sullo sviluppo economico-turistico del territorio.
Da ex componente del Consiglio d’amministrazione di Airgest, l’editore trapanese Ignazio Grimaldi si mostra invece molto critico sul ruolo avuto dalla classe politica e dalla Regione in questa vicenda (in seguito all’abrogazione delle Province) nonché sulla sottoscrizione degli accordi di co-marketing, che a suo dire hanno gettato “tutto il fardello sulle spalle dei sindaci, i quali da soli non possono assolutamente reggerlo, soprattutto per problemi legati ai bilanci che purtroppo danno libertà di movimenti economici molto limitate”. “Non si capisce perché Ryanair, essendo quasi un monopolista dei viaggi low cost, non possa aumentare i biglietti di 1-2 euro senza, così, complicare la vita ai Comuni, che, per i fatti loro, ce l’hanno complicata assai” affermano i rappresentanti dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala, che invitano il sindaco Alberto Di Girolamo a seguire personalmente la situazione e a “proporre strategie diverse, in cui tutti i Comuni possano riconoscersi ed aderire senza troppi vincoli per i loro bilanci”. Al contempo si propone di investire i proventi della tassa di soggiorno in pubblicità, per raggiungere altri target di turisti e viaggiatori.
Ma le casse delle amministrazioni del territorio sono davvero combinate così male da non poter pagare le quote per il co-marketing? A dire il vero, la tassa di soggiorno era stata istituita dai Comuni proprio per avere la liquidità necessaria a pagare le suddette somme. Inoltre, lo scorso 7 luglio, una delibera del Libero Consorzio di Trapani, firmata dal dirigente Diego Maggio, ha fissato le modalità e i termini per la distribuzione dei 5 milioni di euro stanziati dal governo per risarcire il territorio trapanese dalla temporanea chiusura al traffico civile dell’aeroporto di Birgi ai tempi della missione militare in Libia. In particolare, l’Airgest potrà incassare 3 milioni e mezzo di euro (suddivisi in tre rate) se entro il 28 luglio presenterà un piano dettagliato volto al rilancio del territorio e che dovrebbe passare anche dall’incremento dei voli, dei vettori coinvolti. Contestualmente, i Comuni potranno suddividersi il restante 30% della torta (pari a 1 milione e mezzo di euro) purché riescano a presentare un’idea progettuale a testa comprendente un evento a carattere turistico-culturale (con esclusione di attività religiose, sagre e iniziative della Pro Loco) da programmare tra agosto e dicembre e in grado di presentarsi come un valore aggiunto nella promozione del territorio. Anche qui, il termine ultimo per la presentazione delle proposte è fissato al 28 luglio. Per farsi un’idea più precisa sulle somme in gioco, Trapani e Marsala avrebbero diritto a 233.700 euro a testa; Castelvetrano, Favignana e San Vito Lo Capo 124.670 €; Castellammare del Golfo, Erice e Mazara del Vallo 93.510 €; Valderice 70.130 €; Alcamo 46.750 €; Custonaci e Petrosino 35.060 €; Calatafimi-Segesta, Campobello di Mazara, Paceco, Pantelleria e Salemi 23.380 €; Buseto Palizzolo, Gibellina, Partanna e Santa Ninfa 15.580 €; Poggioreale, Salaparuta e Vita 3900 €.
L’auspicio è che le stesse amministrazioni che piangono miseria quando bisogna onorare gli impegni o quando sono costrette ad aumentare le aliquote fiscali non si facciano sfuggire quest’opportunità.