Resta in alto mare il futuro della raccolta dei rifiuti in Sicilia. Di proroga in proroga, si attende di capire se le SRR (organismi più snelli rispetto agli ATO) riusciranno mai, dopo la costituzione, ad entrare a tutti gli effetti nel pieno delle loro funzioni. Come spiegato anche in altre occasioni, in provincia di Trapani la situazione più delicata riguarda la società “Belice Ambiente”, che riunisce undici Comuni del versante sud del territorio (Petrosino, Mazara del Vallo, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Gibellina, Vita e Salemi). Nei giorni scorsi, il commissario straordinario Sonia Alfano aveva ricordato le difficoltà economiche della società, soprattutto per quanto concerne il pagamento degli stipendi ai 350 dipendenti. E a tal riguardo, da ieri i suddetti lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia radunandosi a Santa Ninfa nella sede di Belice Ambiente.
Alla base del mancato pagamento degli stipendi, come più volte evidenziato, ci sono le inadempienze dei Comuni che, ad oggi, non hanno versato all’Ato Tp2 le somme dovute per il servizio di raccolta dei rifiuti. Tra gli inadempienti, anche le amministrazioni capofila di Mazara del Vallo e Castelvetrano che – secondo il prospetto illustrato dalla Alfano nel corso di un incontro in prefettura – hanno rispettivamente un debito per fatture mai liquidate di 3 milioni e mezzo e circa 4 milioni di euro. Una situazione che ha portato i sindacati a esprimere forte preoccupazione e a chiedere un incontro con il prefetto Leopoldo Falco.
“Se i Comuni avessero versato le somme in tempo utile – ha ricordato il segretario provinciale della Funzione pubblica Cgil Vincenzo Milazzo – oggi non ci ritroveremmo in questa situazione che rischia di compromettere seriamente l’attività lavorativa degli operatori e del personale amministrativo determinando disagi ai cittadini”.
Il paradosso, però, è che scioperano anche i lavoratori che si occupano del servizio nei Comuni che hanno effettuato i dovuti pagamenti all’ATO TP2. “Stiamo facendo di tutto per evitare il collasso – spiega il primo cittadino di Salemi Domenico Venuti – ma la situazione è ormai insostenibile. Il Comune di Salemi nelle scorse ore ha svolto il proprio dovere, eseguendo un mandato di pagamento in favore dell’Ato, ma la stessa cosa non avviene da parte di altre amministrazioni. E’ una beffa, con i cittadini salemitani costretti a scontare dei disagi che non meritano”. Da qui l’appello di Venuti ai dipendenti Ato “affinchè si ponga fine ai disagi per gli abitanti di un Comune, come Salemi, che si è dimostrato ligio al dovere e che ha sempre tenuto in considerazione le rimostranze dei lavoratori a cui va la massima solidarietà. Salemi – conclude Venuti – non può pagare le colpe dei grandi Comuni”.
Al contempo, gli uffici della Belice Ambiente continuano a ricevere le richieste di pignoramento da parte dei diversi fornitori che attendono di essere pagati per prestazioni già effettuate.
“Il rischio – spiega il segretario Milazzo – è che la società vada in default. Rivolgiamo un appello ai Comuni debitori e alla Belice Ambiente affinché trovino una soluzione per assicurare le retribuzioni ai dipendenti”.