Giorni frenetici, per Marsala, per capire le prime mosse della nuova Amministrazione comunale, per la Grecia e l’Europa nonché per il loro (ed il nostro) precario futuro, per la scuola in balia di clientelismo con l’approvazione della nuova legge. Eppure è necessario, in questo caos, aprire una finestra sul mondo. Una finestra che è comodo tenere chiusa, per non vedere le bruttezze di quello che accade intorno, giorno per giorno, anche nel momento in cui state comodamente seduti a leggere queste poche righe. Perché in realtà della povertà, della morte, della fame nei paesi del Terzo Mondo si potrebbe (e si dovrebbe) parlarne sempre. Da qui la percezione è per forza di cose diversa, bisognerebbe vivere la realtà del Nepal, un Paese con un reddito medio pro-capite di 1.300 dollari all’anno, uno dei più poveri al mondo. In Nepal è alta la corruzione e la percentuale di suicidi legati alla loro straziante condizione. Per di più l’instabilità politica ha portato alla nascita di comitati di sviluppo dei villaggi per meglio organizzare la popolazione, sia in città che nelle zone rurali, una sorta di società primordiale politicamente organizzata. Chi ce la fa, espatria all’estero, principalmente in India. L’India, una nazione dalle mille facce, che se da un lato registra uno sviluppo rilevante, dall’altro mostra l’ombra spaventosa della miseria e dello sfruttamento minorile e sessuale. Terre dilaniate dal terribile terremoto dello scorso aprile, che ha causato più di 8mila morti non solo per il forte evento sismico ma anche per il sovraffollamento e le costruzioni fatiscenti. In questo scenario angosciante si inserisce l’attività di alcune associazioni di volontariato, come quella della Secret Garden Disaster Relief che sta operando in quelle terre. Giovani che lasciano la loro casa sicura, il loro Occidente, per aiutare concretamente le popolazioni terzomondiste. Forniscono riso, acqua, farmaci, riuscendo a portare anche qualcosa che va oltre l’aspetto materiale: un sorriso. Soprattutto ai bambini che vivono per strada o in case inesistenti, giocando con loro. E lo fanno nel caldo torrido tra i mille problemi logistici, anche sanitari, spesso burocratici, perché il Governo locale contrasta ogni azione umanitaria dell’ONU, perché è più facile, probabilmente, gestire un popolo in ginocchio. Anche dalle nostre città sono partiti i volontari delle associazioni umanitarie come la Secret Garden, che hanno costantemente bisogno della generosità delle donazioni. E difficilmente questi ragazzi dimenticheranno quello che hanno visto, i rapporti umani che hanno instaurato. Una finestra sul mondo che è comodo tenere chiusa ma che ho voluto aprire qui grazie a chi, come Andrea, mi ha dato la possibilità di vedere, attraverso i suoi occhi, le bruttezze di quello che accade intorno… per raccontarle.