Ben 5.592 giorni trascorsi dall’ultima assunzione di personale giudiziario; 5.014 giorni la durata della “scopertura” dell’organico dei magistrati della Procura della Repubblica di Trapani; 3.481 giorni: la durata della “scopertura” dell’organico dei magistrati del Tribunale di Trapani. Questi i numeri del “Conto alla rovescia” posizionato nell’androne del Palazzo di Giustizia di Trapani su iniziativa della sezione locale dell’Associazione Nazionale Magistrati, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani, del Personale Amministrativo del Tribunale di Trapani e dei Magistrati Onorari del Tribunale di Trapani.
Si è tenuta oggi un’assemblea in cui è stata denunciata la “grave crisi di efficienza e di funzionalità in cui versa il sistema giudiziario italiano, che si traduce in crisi di credibilità della Giustizia, con gravi ricadute sul principio di legalità e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge“. Questo si legge nel documento sottoscritto dal Presidente della Sottosezione dell’ANM di Trapani Samuele Corso, il Segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani Salvatore Longo, il Dirigente amministrativo del Tribunale di Trapani Antonella La Monica e il rappresentante dei GOT del Tribunale di Trapani Benedetto Giordano.
“Tale situazione non è certo causata dall’inettitudine o dalla scarsa laboriosità dei magistrati, ma da carenze organizzative, da gravi vuoti nell’organico del personale amministrativo – largamente inferiore alle necessità minime del sistema -, da un’innovazione tardiva e insufficiente, da una politica da troppo tempo disattenta ed incoerente nei settori della giustizia civile e penale – si legge nella nota – Da tempo vengono richieste riforme coraggiose, attraverso investimenti adeguati, che restituiscano al sistema efficienza e dignità, sollecitando in particolare:
– interventi sugli organici, sulla riqualificazione e sulla formazione del personale amministrativo, ormai ridotto a livelli inferiori a quelli di minima funzionalità e gravato da crescenti responsabilità;
– forti interventi nel settore dell’organizzazione, con una stabile disciplina della magistratura onoraria e la piena realizzazione dell’ufficio del processo;
– un corretto processo di informatizzazione, che non cerchi di realizzare risparmi attraverso l’imposizione ai magistrati di compiti impropri e di un inaccettabile aggravio delle modalità di lavoro;
– hardware e software adeguati ed una rete efficiente;
formazione qualificata e assistenza tempestiva, a sostegno del processo civile telematico e del nascente processo penale telematico;
– il completamento della riforma della geografia giudiziaria e degli organici;
– la realizzazione di condizioni di lavoro adeguate al decoro della giurisdizione, sia per i magistrati sia per gli avvocati e per tutti coloro che contribuiscono al servizio Giustizia;
– interventi nel settore del processo civile, diretti a realizzare la semplificazione e l’uniformità dei riti;
– la riforma coraggiosa del processo penale, che vinca ogni resistenza conservatrice e promuova la semplificazione del rito, la salvaguardia delle garanzie reali e l’eliminazione di ogni inutile formalismo;
– la riforma urgente della prescrizione, che ne escluda il decorso almeno dopo la sentenza di primo grado, eliminando le storture di un sistema che vanifica anni di lavoro;
– il sollecito esercizio della delega già conferita al Governo nei settori della depenalizzazione, delle sanzioni e delle misure alternative.
L’ assenza degli interventi indicati comporta l’esercizio continuo di un’attività di supplenza in vari settori dell’attività giudiziaria; emblematiche in proposito sono l’assenza dei cancellieri durante lo svolgimento delle udienze civili e l’ assenza degli ufficiali giudiziari nelle udienze penali, che determinano la necessità di verbalizzazione L’ assenza degli interventi indicati comporta l’esercizio continuo di un’attività di supplenza in vari settori dell’attività giudiziaria; emblematiche in proposito sono l’assenza dei cancellieri durante lo svolgimento delle udienze civili e l’ assenza degli ufficiali giudiziari nelle udienze penali, che determinano la necessità di verbalizzazione delle attività da parte del magistrato e la difficoltà a garantire l’osservanza del divieto di comunicazione dei testimoni tra loro e con le parti (art. 149 disp. att. c.p.p.)”.