“La mancata riapertura del Cantiere navale di Trapani sta paralizzando l’economia dell’intero sistema portuale e frenando lo sviluppo del territorio”. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Cgil e della Fiom Cgil di Trapani Filippo Cutrona che, ancora una volta, denuncia l’eccessivo ritardo del Ministero delle Infrastrutture per l’affidamento dell’area demaniale del Cnt a una delle aziende che hanno partecipato al bando e l’inerzia dei parlamentari nazionali espressi dal territorio che di fatto “non hanno intrapreso alcuna iniziativa concreta volta a sollecitare l’iter per la riapertura del Cantiere navale”. “Da quasi due anni – dice Cutrona – si attende la riapertura del Cantiere. Le numerose conferenze di servizio che si sono susseguite alla Capitaneria di Porto di Trapani hanno fornito al Ministero delle Infrastrutture la documentazione necessaria per stabilire a quale azienda affidare l’area demaniale, ma nonostante ciò, a oggi, nessuna decisione è stata presa a scapito del territorio e dei lavoratori, che da anni attendono di riprendere l’attività e che attualmente sono senza reddito”.
Intanto da due settimane l’azienda che ha subappaltato i lavori dalla “Metalmeccanica Agrigentina srl” ha avviato la ristrutturazione del bacino di carenaggio galleggiante, la cui gara di appalto, bandita dalla Regione, era stata aggiudicata per un importo di 4.755.943,46 di euro. Al momento sono stati assunti temporaneamente quattro lavoratori del Cnt a cui, come da accordo tra la Fiom Cgil e l’impresa, se ne aggiungeranno altri nel corso dei lavori che avranno la durata di un anno. “Il rischio – ha detto Cutrona – è che la ristrutturazione del bacino sarà completata ma che il Cantiere navale sarà ancora da ristrutturare. Per questa ragione è indispensabile che l’area demaniale venga rapidamente assegnata così da consentire anche l’inizio dei lavori che renderanno operativo il Cnt”. Per il segretario della Fiom Cgil è “indispensabile che il Cantiere navale venga rapidamente assegnato e che, una volta affidato, continui a rappresentare un’occasione di sviluppo economico e occupazionale attraverso la gestione del bacino galleggiante e dell’officina meccanica per la riparazione e la costruzione dei mezzi navali”. Infine ai parlamentari nazionali e regionali la Fiom Cgil chiede con forza di “intervenire per accelerare l’assegnazione dell’area così da consentire al Cnt di riprendere le attività, interrotte tre anni fa, e non condannare i lavoratori alla disoccupazione”.