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Luigi Giacalone: “Un errore l’alleanza con D’Alì”

Tempo di bilanci tra gli alleati di Massimo Grillo, che, preso atto della sconfitta, nei prossimi giorni dovranno decidere che taglio dare alla propria presenza in Consiglio comunale. Per ragioni diverse, sono in tanti a guardare con attenzione le mosse di Sicilia Democratica e di Luigi Giacalone, che rappresentano l’ala sinistra della coalizione assemblata in poche settimane dall’ex parlamentare.

Come avete accolto il risultato del ballottaggio?

Ad Alberto Di Girolamo, alla sua coalizione e al Pd vanno i più sinceri auguri, da parte mia e del gruppo che ha sostenuto Massimo Grillo. E’ evidente che da un lato Alberto Di Girolamo è stato avvantaggiato dall’aver iniziato prima la campagna elettorale, partendo da una contrapposizione con l’amministrazione Adamo che sicuramente gli ha giovato. Successivamente ha potuto usufruire della macchina organizzativa del Pd, che ha raggiunto un risultato eccezionale. Dall’altra parte, Massimo Grillo è stato lasciato solo, con le vecchie amicizie, Sinacori, Milazzo e Ruggieri, e le nuove amicizie, il sottoscritto, Antonio Parrinello e il notaio Lombardo. C’è stato poco tempo e non c’era un’organizzazione di partito.

Al ballottaggio Grillo ha preso 2000 voti in meno rispetto al primo turno.

L’unico errore che abbiamo fatto in questa campagna elettorale è stato l’allargamento della coalizione a Forza Marsala. Il senatore D’Alì non è stato altro che un Cavallo di Troia inserito nella coalizione per far perdere il candidato. Lo dimostra il fatto che le preferenze espresse alla lista Forza Marsala non presentavano l’indicazione al candidato sindaco della coalizione. E al ballottaggio o non hanno votato Grillo, o hanno votato per altri. La storia di Massimo, d’altronde, la conosciamo tutti: nel 2006, in seguito alle denunce sui rapporti tra mafia e politica, rinunciò a un seggio sicuro al Senato per non far parte della stessa lista di Cuffaro. Altri hanno seguito un’altra direzione.

Cosa faranno adesso i vostri 11 consiglieri a Sala delle Lapidi? Si farà gruppo comune o si procederà in ordine sparso?

Giovanni Sinacori ha già convocato questi 11 consiglieri comunali per un primo contatto e per coordinarsi in un’azione istituzionale d’opposizione, che dovrà essere costruttiva. Metteremo a disposizione di Alberto Di Girolamo le nostre idee, già messe in campo in campagna elettorale. Ricordo, tra le altre cose, che siamo riusciti a far venire a Marsala anche il console di Singapore, convinti che questa città, se vuole crescere, ha bisogno di investitori. La democrazia si fonda sul rapporto maggioranza-opposizione, ma gli interessi della città sono sovrani. Noi ci riconosciamo in un progetto che va dal Pd al centro moderato e auspichiamo che Massimo Grillo possa dare il suo contributo perchè lo riteniamo una risorsa per Marsala.

Guardando all’interno della lista di Sicilia Democratica, si dice che Ivan Gerardi potrebbe presto passare con la maggioranza, alla luce del rapporto con Salvatore Ombra. Ne avete parlato?

Io ho un rapporto di amicizia personale con Ivan Gerardi, che è stato uno di quelli che si sono spesi di più per il ballottaggio. So che è anche amico di Salvatore Ombra, ma una cosa è l’amicizia, altra cosa l’impegno politico. Per ora non abbiamo elementi per pensare che possa passare a uno schieramento diverso rispetto a quello per cui ha fatto campagna elettorale.

Ci sono novità in merito alle sospensioni nel Pd trapanese?

E’ una vicenda che posso capire in una logica di campagna elettorale. Ma non ha giustificazione da un punto di vista etico, perché non si può espellere da un partito chi non ne fa parte. E non ha nemmeno giustificazione da un punto di vista politico: perché sono stato comunista prima, durante e dopo la caduta del Muro di Berlino, e questo nessuno me lo potrà togliere. La mia storia è sempre stata a sinistra: non potrà essere una campagna elettorale a inficiare la mia storia e quella dei miei amici. Poi mi chiedo perché non sono stati espulsi tanti altri deputati che in Sicilia non hanno seguito le indicazioni ufficiali del Pd, né Salvatore Cardinale. Il punto è un altro: per reggere la crisi, di fronte all’inaffidabilità della destra e del Movimento Cinque Stelle, l’unica possibilità arriva dal Pd. Ma se non si riesce a intenderlo come un Partito dalla Nazione, in cui trovino spazio idee e sensibilità diverse, si rischia di lasciare la Regione e il Paese al Movimento Cinque Stelle.

Magari per tanti cittadini, più che un rischio è un auspicio.

Lo penserei anch’io, visto che nel M5S ci sono ragazzi molto intelligenti e molto seri. Ma il Movimento 5 Stelle è ancora guidato da Grillo e Casaleggio, che ritengo politicamente inaffidabili, per le loro uscite populiste e le alleanze che fanno in Europa.

Vincenzo Figlioli

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