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Ci scrive Filippo Piccione, in merito alla vittoria di Alberto Di Girolamo

Ho avuto la possibilità di seguire da vicino la campagna elettorale di Marsala durante il ballottaggio fra Massimo Grillo e Alberto Di Girolamo. A quest’ultimo sono mancati appena 117 schede per essere eletto sindaco al primo turno. Un confronto – sebbene non abbia avuto luogo secondo i desiderata di Grillo – serrato, a tratti surriscaldato, ma sostanzialmente corretto. Ciascuno ha potuto far valere ciò che meglio poteva esprimere nel proprio programma, la squadra che lo avrebbe dovuto realizzare, gli impegni necessari per renderlo credibile. Al secondo turno la vittoria di Alberto Di Girolamo è stata ancora più netta (21.715) aumentando considerevolmente il numero dei voti a danno di quelli che sono venuti meno al suo avversario (10.190).

Se si fa riferimento al nuovo panorama politico emerso dai ballottaggi in Sicilia e in altre parti d’Italia, le elezioni di Marsala, anche per il modo con cui ci si è arrivati e il modo con cui si sono svolte, avrebbero meritato una più attenta e speciale attenzione. Soprattutto da parte dei dirigenti del partito democratico che, sulla base del responso di quest’ultima tornata elettorale, più ancora delle regionali, si troveranno ad affrontare una situazione alquanto difficile e complicata. Uno dei temi riguarda i rapporti fra dirigenza locale e dirigenza nazionale e la capacità di distinguere i vari comportamenti esistenti al loro stesso interno.

Sarà forse azzardato un confronto con la Liguria per il contesto, la rilevanza e le stesse implicazioni generali del Paese. Ma basta partire dalle primarie per notare quali siano state le differenze che vale la pena qui evidenziare. A Marsala durante le primarie del Pd sono andati nei gazebo seimila cittadini a fronte di settantamila aventi diritto di voto, in Liguria cinquantacinquemila rispetto a un milione e passa di elettori. In Liguria questo tipo di consultazione nel Pd è avvenuta all’insegna di denunce e di scissioni che hanno poi finito per consegnare la Regione al centro destra. A Marsala i candidati delle primarie si sono misurati su un terreno di leale competizione, senza strappi eclatanti o tali da incrinare l’immagine del vincitore che si è potuto presentare al suo elettorato con le carte, sotto ogni punto di vista, in regola. Non ha influito, se non in senso positivo, la decisione di un concorrente che, avendo perso la sfida alle primarie, ha ritenuto opportuno schierarsi con il candidato sindaco Massimo Grillo.

Una volta eletto il nuovo sindaco, il primo problema che egli si porrà non sarà quello della resa dei conti, delle ritorsioni o delle vendette. Ma di amministrare bene la città. Se guardiamo al suo più recente percorso politico tutto fa sperare che questo obiettivo sarà raggiunto. Eletto segretario del Pd di Marsala, si è potuto candidare alle primarie, ottenendo un numero inequivocabile di consensi che gli hanno aperto la strada alla candidatura a sindaco, sfidando tre concorrenti e poi arrivare al ballottaggio del 14 e 15 giugno, con l’esito che sappiamo. Non tutti hanno avuto nei suoi confronti giudizi lusinghieri circa le sue capacità politiche e amministrative. Giudizi tutti puntualmente smentiti per come egli ha saputo confrontarsi, in primis con i cittadini, con i suoi consiglieri e i propri assessori, designati attraverso una ponderata valutazione basata sia sulle singole qualità di ciascuno e sia come facenti parte del team dell’ amministrazione che lui sarà chiamato a guidare.

Condivido molte delle cose dette sul conto del nuovo sindaco Alberto Di Girolamo nel Corsivo a firma di Vincenzo Figlioli dello scorso 16 giugno su questo giornale. L’aver deciso di non fare ricorso per la conta delle schede al primo turno e andare al ballottaggio, dimostra di aver saputo cogliere meglio di ogni altro l’umore dei propri concittadini e la convinzione di ricevere dagli stessi maggiore fiducia e sostegno necessari per poter affrontare e risolvere i grandi e i piccoli problemi che attanagliano la città di Marsala, le sue contrade e i suoi quartieri.

Filippo Piccione

redazione

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