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“Pd di Trapani peggio di Stalin”. Dopo le sospensioni, Parrinello attacca i dirigenti democratici

Si è parlato molto di Antonio Parrinello in questi giorni. Da un lato per ragioni politiche, con la sospensione dei dissidenti marsalesi del Pd (Luigi Giacalone, Fanny Montalto, Pino Ferracane e Irina De Vita) da parte dei vertici regionali del partito e il divieto al tesseramento dello stesso Parrinello per l’anno in corso; dall’altro per le attività connesse al suo ruolo di capo di gabinetto dell’assessorato regionale all’agricoltura (da “Enovitis in campo” al “Cluster Biomediterraneo”).

Proprio ieri, mentre discutevamo delle epurazioni nel Pd, lei era a Milano con il Ministro Martina, e il suo omologo cinese…

Per la verità c’erano anche il vice presidente della Repubblica Popolare Cinese e il nostro concittadino Antonio La Spina, direttore dell’ICE di Pechino, la più importante struttura cinese in materia di commercio internazionale. Un lavoro molto importante, che ha fatto riferimento alla situazione mondiale del vino biologico di cui si è parlato a Marsala nelle giornate di “Enovitis”. I cinesi sono estremamente interessati al biologico, mentre la Sicilia è il luogo in cui c’è la maggiore superficie vitata biologica. Abbiamo gettato le basi per fare in modo che il nostro vino biologico possa arrivare in Cina. Una strada che potrebbe risolvere un buon 70-80% dei problemi della nostra viticoltura.

Mentre a Milano si parlava di tutto questo, qui in provincia si rifletteva sul provvedimento che vieta ad Antonio Parrinello di prendere la tessera dei democratici. Tutto ciò, perché a Marsala sostenete Massimo Grillo e non il candidato del centrosinistra Alberto Di Girolamo.

Credo che quello che sta succedendo a Marsala avrà ripercussioni sui tavoli nazionali del Pd. La lettera che abbiamo ricevuto è un capolavoro di antidemocrazia. Nemmeno con Berija, ai tempi di Stalin, credo si sia arrivati a questi livelli. Raciti e Campagna prima mi hanno espulso. Poi hanno capito che non si può espellere una persona che non è tesserata e con un atto, a loro avviso, riparatore, hanno distrutto la democrazia. Io ho la mia dignità e intendo difenderla. Ci saranno luoghi e tempi per discuterne. E lo dico anche a proposito di alcune dichiarazioni di Alberto Di Girolamo.

Dopo aver visto Grillo e Lombardo assieme in questa campagna elettorale, riteniamo di aver visto tutto. Non ci stupiremmo se tra qualche tempo anche questo vostro scontro troverà una pacificazione.

Ci sono momenti in cui ci si combatte e altri in cui ci si ritrova. La politica è bella anche per questo. Il punto è che non si può travalicare il codice penale, né si può calpestare la democrazia. In un primo momento, come ho già detto, la commissione di garanzia di Trapani, mi ha espulso dal nulla. Dopo di che, hanno fatto una cosa peggiore, che offende la democrazia: una sorta di Daspo, come quello che si fa ai tifosi violenti. Questi signori hanno scritto che Antonio Parrinello, siccome non è ben visto dai dirigenti, per i prossimi due anni non può più passare dalle sedi del partito democratico.

Perché non è ben visto o perché sostiene un candidato che si contrappone a quello del Pd?

Ma questo è un problema loro, non mio. Stanno facendo passare il principio che un organismo può dare la patente dei buoni o dei cattivi. Dentro il partito democratico di Marsala ci sono persone elette o in lista che non c’entrano niente con la sua storia. Eppure sono inseriti tra i buoni. Penso che in provincia di Trapani questo partito dovrà cambiare nome.

Lo stesso criterio è stato adottato anche nei confronti di altri esponenti del Pd che hanno sostenuto in altre realtà siciliane candidati diversi da quelli proposti dal partito ufficiale?

Non è stato fatto con nessuno. Mi chiedo cosa sia oggi il partito democratico e mi chiedo perchè una parte importante del Pd si è tenuta distante da Marsala in questi giorni. Abbiamo a che fare con beghe cittadine che servono solo a non far contare la nostra città. Tra Marsala e Petrosino ci sono 100.000 abitanti, un quarto della popolazione della provincia. Avremmo diritto a una media di oltre tre parlamentari. Se li sono presi gli altri, chiaramente per colpa nostra. Io, da democratico, mi batterò affinché Marsala possa riprendersi il proprio ruolo di città leader. Per quanto mi riguarda continuerò a lottare per il settore che mi è più caro, cercando di portare avanti gli interessi generali.

Rispetto al ruolo di Antonio Parrinello come capo di gabinetto dell’assessorato regionale all’agricoltura, c’è la possibilità che qualcuno intervenga anche su questo fronte?

Io non ho mai mischiato politica e lavoro. Ma nessuno può impedirmi di pensare. Anche Alberto Di Girolamo, quand’era primario a Trapani, si è candidato e ha fatto attività politica. A volte è stato eletto, a volte no. Ma nessuno ha avuto nulla da ridire. Io sono dirigente della Regione Siciliana, ma sono sempre stato un stato un libero pensatore e mi sono sottoposto al giudizio degli elettori prendendo sempre tanti voti. Dimostrino altri di avere la stessa capacità. Il mio ruolo di capo di gabinetto, in ogni caso, dipende dall’assessore pro tempore. Io ho avuto quest’incarico non su indicazione del Pd, ma perché il presidente Crocetta ha chiamato Leanza chiedendogli di farmi fare il capo di gabinetto in quota Articolo 4. La più grande soddisfazione per me è arrivata quando è stato chiesto all’ex assessore Reale la mia testa. Lui pose una condizione: avrebbe accettato solo se fosse stato libero di scegliere il suo capo di gabinetto. E ha scelto di nuovo me. Caleca, poi, mi ha riconfermato. Al prossimo cambio di assessore, magari cambierà anche il capo di gabinetto e io tornerò a fare il dirigente regionale.

Baldo Gucciardi, proprio a Enovitis, ha detto che è tra i più strenui difensori di Caleca.

Baldo Gucciardi, che resta un caro amico, conosce bene il lavoro egregio che si sta facendo con l’agricoltura. A Baldo imputo un unico errore: non aver fatto ragionare Alberto Di Girolamo, quando ancora si poteva. C’è chi ha preferito non farlo ragionare. Dopo le primarie non c’è stata alcuna possibilità di discutere del futuro della città. Mi ritrovo a pensare che c’è un problema personale nei miei confronti. E che magari, per attaccare me, si dicevano cose feroci contro Articolo 4. Tanto che al posto di Enzo Sturiano avrei fatto una scelta diversa.

Magari vi riavvicinerete anche voi.

Io resto al servizio della città. Per fare cose serie. Ma occorre uscire dalla sudditanza politica che abbiamo dimostrato in questi anni.

Resta il fatto che nella coalizione di Grillo ci sono deputati regionali come Turano e Lo Sciuto, oltre al senatore D’Alì.

D’Alì lasciamolo stare. Se vince Grillo, non governerà. Se vuole, si occupi di Trapani come gli è stato ampiamente detto. Lui ha preferito fare qualche passeggiata a Marsala, ma com’è noto ha invitato tanti suoi amici a votare per Alberto Di Girolamo.

Vincenzo Figlioli

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