Categorie: Lettere

“Non mi vendo né svendo chi ha avuto fiducia in me”. Lettera aperta del sindaco Giacomo Tranchida

Non poca fatica e danni, non solo patrimoniali ma anche personali e non solo d’immagine mi è costato mantenere politicamente la barra dritta in questi anni nella conduzione del governo della città. Oggi, parte dell’attenzione della pubblica opinione viene richiamata sulle vicende politiche che sembrano non avere attinenza con la vita quotidiana di una comunità. Non è così!

Premettendo che sul piano delle offese e/o aspre critiche politiche, dirette e/o indirettamente percepite, mai ho risposto nelle sedi giudiziarie, preferendo in primis replicare facendo nomi e cognomi, come mia cultura politica, e difendermi in seno alle pubbliche attività politiche e/o in sede di dibattito istituzionale, anche aspro. Diversamente sono stato oggetto di querela da parte di diversi soggetti politici, taluni ancora in carica al Consiglio comunale, registrando ad oggi completa assoluzione.

Ma quel che è peggio, ho dovuto financo provare a difendermi dal “mascariamento” che soggetti politici e loro mandatari e/o leader, hanno provocato ad arte, oltre che con lettere anonime (autunno 2014) o financo alimentando una sorta di “curtigghio” che serve a delegittimarti, a batterti non sul piano politico-amministrativo, ma in primo luogo su quello più intimo, della sfera personale, insomma come persona. Un curtigghio, che per altri versi si arma oggi anche dell’evoluzione tecnologica del web, INVERO meno anonimo ma ancora più penetrante nell’azione diffamatoria, così come recentemente sancito anche dalla Cassazione.

Fra queste accuse, talune prodotte con criminale intento, per politicamente “ucciderti” sia sotto il profilo etico/personale che politico, financo nell’aver messo in discussione (…anzi, alimentando discussioni per le strade e nei bar, oltre che nei luoghi di lavoro, pubblici e non) la mia attendibilità psicofisica oltre che etica nell’agire politico (sarei stato un cocainomane e beneficiario di un finanziamento per la campagna elettorale da parte di una amica, mia sostenitrice, in cambio di una promessa assessoriale). Questo nel 2011/2012, prima e dopo …invece il “mascariamento” per la vicenda “Manuguerra” e la presunta mia “equivoca disponibilità” politica, che INVERO e’ servita per portare in Tribunale, che poi si è pronunciato con una specifica e nota condanna (!), in conseguenza di mia denuncia per presunto scambio di voti, poi acclarata, anche dalle registrazioni che prudentemente si sono rivelate utili per provare a rompere una pratica storicamente nota (e conosciuta da tutto il mondo politico ericino, in seno al quale approdai solo nel 2007) in danno di cittadini indigenti e poveri disperati, e di casa, molti presso il quartiere di San Giuliano e non solo.

Davanti a tanto squallore, fatto anche di ..cretinate e ..cialtronerie, non ho provato solo umiliazioni, soffrendo ingiustamente, oltre a danni economici e d’immagine, ma indirettamente la mia “(res)esistenza” politica ha potuto nuocere anche alla serena fiducia di alleati politici, candidati delle liste, che portavano il mio nome, al Consiglio comunale, attivisti del Movimento per Erice che Vogliamo, Cittadini comuni, minando rapporti o insinuando dubbi e perplessità comunque volte a destabilizzare la compattezza d’azione politica e amministrativa.

Insomma, sono stato costretto a difendermi, anche sottoponendomi a umilianti ma inconfutabili test, non solo per aver rotto e denunciato la mala politica, ma e senza aver commesso il fatto/cocainomane, in alcuni casi finendo financo sotto processo per aver alzato i toni politici a mia difesa (ndr …intervista con Baldarotta / Canale due).  

Ebbene, anche di questi giorni avverto un clima pesante nell’aria, per il sol fatto di aver ribadito al PD  – unitamente e unanimemente a tutto il gruppo dirigente del Movimento per Erice che Vogliamo – che non intendiamo avere nulla a che fare, come nel passato e neanche per il futuro, con una politica dettata e nel tempo posta in essere e, per alcuni versi ancora in fieri, da taluni soggetti, che per quanto mi riguarda (e senza ipocrisie di linguaggio o aggettivi) al pari non ho avuto remora nel qualificare come soggetti politici cialtroni, sinistri, di fatto e nei fatti.

Temo che, peraltro, tale clima avrà a surriscaldarsi, atteso che non ho ceduto ad alcuna “sirena”, interna ed esterna alla coalizione, anche di questi giorni e di queste ore, che mi spingono a più mite e “politico/strategico” atteggiamento.

Da tutto ciò, stando ai tessitori di trame politiche, magari già al lavoro per altre strategie, avrei molto da perdere del mio futuro politico nel tirar la corda. Non hanno capito costoro che nella vita, di faccia o ne hai una sola oppure ti metti in vendita. Non mi vendo né svendo la gente che ha avuto fiducia in me. Rassicuro pertanto la coalizione e in primo luogo i Cittadini, non mi fermeranno, non ci fermeranno, costi quel che costi, a maggior ragione se un male lo conosci (…a quanto pare, già testato e non da pochi) lo eviti, anche in politica, se per davvero vuoi bene alla tua città e alla tua gente.

In politica, personalmente si può perdere e si può vincere, ma non si può far perdere la città e la gente che invece vuoi onestamente servire e per farla …vincere (…).
Mi firmo come Sindaco di Erice Città di Pace e per la Scienza, non per abusare di un onore grande che la comunità Ericina, nel 2007 e poi nel 2012 mi ha voluto tributare anche come persona, ma per rendere omaggio a questa città e alla sua comunità, che sicuramente merita di non essere costretta a tornare indietro.

Il Sindaco – Giacomo Tranchida

Audrey Vitale

I commenti sono chiusi.

Condividi