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Truffa, furto e circonvenzione di incapace: pm chiede una pena di due anni e mezzo per un carabiniere. La difesa: “Va assolto”

Rischia una condanna a due anni e sei mesi di reclusione un ex appuntato dei carabinieri, Nicolino Genna. L’uomo è accusato di circonvenzione di incapace, tentata truffa e furto. I fatti risalgono ad alcuni anni fa, quando l’ex militare (ora in pensione) avrebbe commesso i reati che gli vengono contestati in danno di Nicolina Barraco, zia ultraottantenne dello stesso, deceduta nelle more del processo e considerata incapace di intendere e di volere. La donna ha comunque denunciato Genna alla Procura di Marsala. A condurre le indagini la sezione di pg delle Fiamme Gialle, sotto il coordinamento del procuratore Di Pisa e del sostituto Trainito. Attraverso le deposizioni dei teste ascoltati nel corso delle indagini, è emerso che l’ex militare, approfittando del rapporto di parentela e della fiducia dell’anziana, le avrebbe sottratto una somma vicina ai 100 mila euro, attraverso l’intestazione di beni patrimoniali. Successivamente, si sarebbe fatto versare sul suo conto assegni e bonifici, cercando di truffare, in un secondo momento, anche Giuseppe Alagna, figlio della donna. A quel punto, però, è scattata la denuncia e l’intervento della sezione di pg della Guardia di Finanza ha interrotto le operazioni di Genna. La signora Barraco e il figlio si sono costituiti parte civile nel processo, in cui sono rappresentati dai legali Diego Tranchida e Fabio Pace. Genna è invece difeso dall’avvocato Stefano Pellegrino, che ha chiesto l’assoluzione del suo assistito spiegando che all’epoca dei fatti la donna non era considerata incapace di intendere e di volere. Il giudice monocratico Riccardo Alcamo ha fissato per il 13 luglio la prossima udienza, destinata alle eventuali repliche del pm e, con ogni probabilità, alla sentenza.

Vincenzo Figlioli

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