Si sono riuniti oggi, al centro Ettore Majorana di Erice alcuni dei massimi esperti di sanità militare, che hanno approfondito in un convegno, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Comando di Sanità e Veterinaria dell’Esercito, il tema delle “Infezioni emergenti nel bacino del Mediterraneo”.
L’incontro fra esperti sanitari, sia militari che civili, provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo, proseguirà sino a domani e affronterà il tema della salute nel bacino mediterraneo in relazione al fenomeno dell’immigrazione.
Al convegno, coordinato dal Generale Enrico Tomao, Ispettore Generale della Sanità Militare, ha portato il saluto della Città di Erice l’Assessore alla Cultura Laura Montanti che, a nome del Sindaco Giacomo Tranchida e della Città, ha espresso gratitudine all’Esercito per l’ attività svolta anche in campo sociale e sanitario.
“La salute negli immigrati ed il rischio di importazione di malattie sono due aspetti centrali che con il fenomeno dei migranti arrivati nelle nostre coste abbiamo imparato a conoscere. Per dare un ordine di grandezza già nei primi mesi del 2015 sono sbarcati nelle coste siciliane in 27.000 circa e oltre 165.000 in tutto il 2014. Considerando anche le condizioni del viaggio di avvicinamento alle coste africane ed i maltrattamenti a cui sono sottoposti nell’attesa dell’imbarco ed alla traversata per mare è inevitabile che gli aspetti sanitari siano significativamente presenti”.
Lo ha detto Fabrizio De Nicola, direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, che ha moderato, insieme al brigadiere generale medico Giacomo Mammana, la prima sessione del convegno.
“L’ondata di sbarchi – ha aggiunto De Nicola – crea poi anche allarme per la possibile diffusione di malattie contagiose, anche se i migranti sono in genere giovani sani che hanno avuto la forza di affrontare un lungo viaggio. Una lunga serie di osservazioni, ambulatoriali e di ricovero, dimostra che le patologie infettive dei migranti rappresentano il 3-10 % di tutte le patologie. Una parte di queste sono presenti allo sbarco, come la scabbia, in genere più casi tra i migranti che hanno viaggiato insieme, la varicella, manifestazioni gastroenteriche e affezioni apparato respiratorio. Ma anche TBC polmonare, epatiti, Lue e HIV. Nell’esperienza degli sbarchi al porto di Trapani le malattie più significative sono TBC, accertata, infezione da HIV anche età pediatrica (almeno due nuovi casi nel 2014/2015 con entrambi i genitori HIV POS ), Epatite HBV anche grave, con almeno un paziente in giovane età deceduto per complicanze da HBV nel 2015. Le lesioni traumatiche sono in assoluto però le patologie più frequenti, legate al viaggio in mare e alle condizioni dello sbarco, a volte anche salendo sull’imbarcazione che li soccorre, ma comuni anche le patologie da insolazione e le ustioni da acqua di mare+carburanti. L’ASP di Trapani ha quindi adottato misure straordinarie e specifici protocolli operativi per assicurare immediata assistenza agli immigrati. Appena effettuato lo sbarco in terraferma, viene effettuato il triage sottobordo: i pazienti con bisogni assistenziali sono portati alla tenda emergenza gestita dai medici del Pronto Soccorso mentre i pazienti senza bisogni sanitari sono accompagnati nella tenda destinata ai medici del territorio per la visita e l’ingresso sul territorio italiano. Il sistema, che prevede specifici ed immediati interventi in relazione alle patologie riscontrate, ha permesso un accurato controllo del rischio infezioni – ha concluso il direttore generale – ed evita che la popolazione locale venga a contatto con i migranti, con il rischio di contrarre e diffondere malattie infettive, consentendo di isolare i casi di infezione o sospetta infezione direttamente sulla banchina”.