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Giulia Adamo: “Vittima di una vicenda scandalosa. Ho scelto di dimettermi perché mi sono sentita isolata dalle istituzioni”

“Circa un anno fa, una sentenza strabiliante ha massacrato una città, il suo sindaco e, soprattutto, 20 anni di vita politica”. Con queste parole Giulia Adamo ha dato il via alla conferenza stampa tenutasi stamattina a Palazzo Burgio Spanò, durante la quale ha ricostruito la lunga vicenda giudiziaria che l’ha vista protagonista e che si è conclusa con la sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna per concussione emessa lo scorso luglio dalla Corte d’appello (mentre l’accusa di abuso d’ufficio è stata dichiarata prescritta). L’ex sindaco ha voluto ricostruire il contesto da cui tutto è partito, risalente al periodo in cui era alla presidenza della Provincia. “Dieci anni fa va in pensione un dirigente della Provincia. Il suo sostituto mi fa notare alcune cose che non quadrano nei conti del Convitto. In particolare, se un ragazzo si assentava, si pagava ugualmente l’intera retta il primo giorno e l’80% della retta dal secondo al trentesimo giorno di assenza. Ci dicono che si è sempre fatto così e che c’era una convenzione con l’istituto audiofonolesi di Caltanissetta”. L’ex sindaco ricorda poi il suo personale malcontento per lo stato dei locali della struttura e la lettera con cui il rettore del Convitto Anna Maria Adamo si lamentò per una sua visita non concordata. Da qui l’idea di proporre la nomina di un rettore del territorio. “Il primo nome che proposi fu quello del preside Salvo. Non si poteva lasciare il Convitto nelle mani di una preside palermitana che aveva metà cattedra nel capoluogo e metà a Marsala”. A questo punto l’erogazione dei contributi fu sospesa fino alle dimissioni di Anna Maria Adamo e alla nomina, al suo posto, di Milena Vinci. “Grazie alla nostra determinazione la Provincia riuscì a recuperare 70.000 euro”, ricorda ancora l’ex presidente della Provincia. Contestualmente scattò la denuncia di alcuni consiglieri provinciali.

Partì proprio da lì la coda giudiziaria di un’articolata vicenda – definita dalla Adamo “scandalosa” – conclusasi con l’ultima sentenza della Cassazione, dopo due assoluzioni, un rinvio e la condanna dello scorso anno, che, in applicazione della legge Severino, fece scattare il provvedimento di sospensione da parte del prefetto Falco. In quella fase, Giulia Adamo, com’è noto, decise di sostituire il vicesindaco Antonio Vinci con Benny Musillami. “Vinci è un uomo di partito, non potevo lasciare la città nelle sue mani. Anche perchè il Pd aveva già chiesto le mie dimissioni. E lui aveva paura pure di venire a casa mia per parlare”. L’atto però fu dichiarato nullo dal prefetto. “Ci eravamo consultati con il segretario comunale, che ci aveva dato garanzie. A quel punto mi sono sentita isolata: il Vescovo mi fece sapere che la mia presenza a un’iniziativa in Chiesa Madre non era gradita. Il prefetto non mi voleva nemmeno ricevere e il procuratore di Marsala aprì un fascicolo nei miei confronti per abuso di potere. Da qui la decisione di dimettermi. Credo, però, che per la mia storia personale, avrei meritato un trattamento diverso. Lo dico con serenità. E non ho parlato finora per il rispetto dovuto alle istituzioni”.

Il resto è storia di questi giorni. Con la rinuncia di Dugo, com’è noto, Giulia Adamo non parteciperà con alcuna lista alla campagna elettorale e, come ha già detto in altre occasioni, difficilmente sosterrà qualcuno dei candidati in campo. “Di Girolamo e Grillo sono lì solo grazie a una sentenza ingiusta che ha spazzato via un sindaco eletto dal popolo. Nessuno dei due dice di voler portare avanti i progetti a cui avevamo lavorato”. Dalle sue parole emerge infine la voglia di lasciare la politica: “Dopo 20 anni si chiude una bellissima esperienza, basata su un rapporto di piena fiducia con i cittadini”. Tuttavia, resta un rimpianto: “Se questa sentenza forse arrivata qualche giorno prima, mi sarei candidata”.

Vincenzo Figlioli

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