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La magistratura del Palazzo di Giustizia di Marsala interviene sui gravi fatti di Milano: “La sicurezza implica il sacrificio di ambiti di libertà che ciascuno di noi ritiene di avere. Dobbiamo essere capaci di prevedere e prevenire”

La magistratura del Palazzo di Giustizia di Marsala marsalese interviene sui gravi fatti di Milano: “La sicurezza implica il sacrificio di ambiti di libertà che ciascuno di noi ritiene di avere. Dobbiamo essere capaci di prevedere e prevenire”

Il presidente Gioacchino Natoli ha sospeso le udienze e chiamato a raccolta tutti i giudici della magistratura inquirente e giudicante in forza nel Palazzo di Giustizia marsalese per riflettere e fare fronte comune in seguito ai gravi fatti di cronaca avvenuti nel Tribunale di Milano dove l’imputato di un processo per bancarotta fraudolenta è entrato armato di pistola e ha fatto fuoco uccidendo quattro persone, tra cui un giudice e un avvocato. Il primo a parlare è stato il Procuratore capo Alberto Di Pisa: “è una notizia che ci lasciati tutti veramente esterrefatti e addolorati, per quello che è successo al collega e anche all’avvocato e alle altre vittime. Certamente  induce delle perplessità il fatto che un’arma sia entrata nel Tribunale di Milano che mi risulta essere abbastanza vigilato e controllato. A nome mio e dei colleghi esprimo cordoglio sperando che sia fatta luce su quanto accaduto”. La parola è poi passato alla presidente della locale Associazione Nazionale Magistrati, il sostituto procuratore Giulia D’alessandro: “Le notizie diffuse sono ancora scarne – ha detto (visto che l’incontro si è tenuto circa un’ora dopo la sparatoria di Milano) – , in attesa di saperne di più esprimiamo assoluto sconvolgimento per quanto avvenuto. È evidente che c’è stato un problema di sicurezza all’interno del palazzo del Tribunale e su questo dovrà essere fatta chiarezza. Noi operatori del diritto, magistrati e avvocati siamo continuamente esposti a cose del genere. Dovremmo cercare di collaborare per garantire la sicurezza di tutti. Tuttavia quello che è successo oggi dimostra che non esistono persone più esposte e meno esposte. Come presidente dell’ANM locale sento di parlare a nome di tutti i colleghi e intendo esprimere vicinanza a tutte le persone coinvolte”. A chiudere questo breve, ma pregnante incontro è stato proprio il presidente Natoli: “Esprimo innanzitutto le nostre più sentite condoglianze ai parenti delle vittime, talune delle quali, cadute nell’adempimento del proprio dovere. Non ho avuto modo di conoscere il collega Ferdinando Ciampi. Sembra che sia stato colpito pure un avvocato. Siamo vicini alla sua famiglia e all’avvocatura tutta specie perché, giudici ed avvocati, siamo tutti impegnati sul fronte della legalità repubblicana. Intravedo il segno, e spero di essere smentito dai fatti, del clima che in questi anni si è creato, con responsabilità diffuse. Si è messa in dubbio la legittimazione dell’esercizio della funzione giurisdizionale. Non dimentichiamo che altre democrazie che sembravano immuni da sommosse sociali sono rimaste stravolte non appena è stata messa in dubbio la funzione giurisdizionale. Accade così che un soggetto decide di farsi giustizia da sé. Non dobbiamo concedere nulla ed invece essere uniti e coesi. Il rischio è il cedimento e il dissolvimento della società. Sentiamo la necessità di riflettere su temi che ci terranno impegnati da qui ai prossimi mesi. Concordo con la presidente dell’ANM sul fatto che la sicurezza implica il sacrificio di ambiti di libertà che ciascuno di noi ritiene di avere. Dobbiamo essere capaci di prevedere e prevenire”. L’incontro è stato chiuso da un minuto di silenzio.

Chiara Putaggio

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