La crisi di cui tanto parliamo da anni sta effettivamente mettendo in difficoltà tanti settori della nostra economia. Alcuni, però, ne stanno rimanendo fortunatamente immuni. Per lo meno, in alcune località. Un esempio da studiare attentamente, da questo punto di vista, è quello della continua crescita che sta vivendo il turismo a San Vito Lo Capo. Ogni anno si registra infatti un nuovo record, merito di una programmazione lungimirante che ha trasformato da auspicio in pratica concreta la tanto decantata destagionalizzazione dei flussi turistici, con una stagione turistica che comincia ad aprile per concludersi a novembre e che ha i suoi punti di forza nella tutela paesaggistica e negli eventi (su tutti il Cous Cous Fest, giunto alla sua 18esima edizione).
Gli ultimi dati diffusi dall’ufficio statistica della Provincia di Trapani, riferibili al 2014, vedono un incremento delle presenze turistiche, sia italiane che straniere, del 17%, (da 554.330 a 648.294) e un aumento degli arrivi del 10%, (da 117.878 a 129.897) (Fonte ufficio statistica della Provincia di Trapani). Guardando poi a triennio 2012-2014 gli arrivi a San Vito Lo Capo sono cresciuti, in media, di oltre il 25%, quasi tre volte di più rispetto a quelli nella Provincia di Trapani e dell’intera Sicilia. Le presenze, invece, sempre nel triennio, sono cresciute in media del 26 per cento, quasi il doppio rispetto alla Provincia di Trapani (+13%) e cinque volte di più rispetto alla media delle presenze turistiche complessive nell’isola (+ 5%). Il rapporto tra le presenze turistiche annue a San Vito Lo Capo e il numero dei suoi abitanti, ovvero il cosiddetto “tasso di turisticità”, fa letteralmente “volare” la cittadina a 141,6, distante anni luce dal tasso medio che si registra in provincia di Trapani (5,4) e, complessivamente, in Sicilia (2,9). Parallelamente all’aumento dei flussi turistici, dal 1997 al 2014 la cittadina si è attrezzata sempre di più per accogliere nuovi visitatori: le strutture turistiche sono quasi decuplicate, passando da 24 a 202, mentre i posti letto sono passati da 2862 a 6630 facendo raggiungere a San Vito Lo Capo la media di 1,5 posti letto per abitante. I visitatori di anno in anno scelgono di rimanere sempre di più: l’indice di permanenza media a San Vito Lo Capo è infatti di circa 5 giorni a fronte dei 3,5 in provincia di Trapani e dei circa 3 in Sicilia.
“Le circa 750 mila presenze annue nel nostro Comune, considerando anche i turisti che soggiornano nelle case private, fanno della nostra cittadina una delle più importanti destinazioni della Sicilia – ha spiegato Matteo Rizzo, sindaco di San Vito Lo Capo – . Questi flussi turistici, italiani e stranieri, generano consistenti volumi di affari per l’economia del territorio consentendo a tanti giovani siciliani di potere lavorare nel settore del turismo e in tutti i comparti produttivi ad esso collegati ma anche a tanti imprenditori di potere investire nel territorio”.
Grazie all’ ”effetto Cous Cous Fest” il mese di settembre a San Vito Lo Capo continua a registrare un vero e proprio boom turistico con una crescita, nel 2014 rispetto al 2013, delle presenze del 30% (passate da 88.290 a 114.431) e un incremento degli arrivi del 14% (passati da 20.259 a 23.181). Le presenze turistiche del solo mese di settembre (114.431) sono addirittura superiori alle presenze turistiche annue di Pantelleria (102.898) o di Erice (90.022).
“Il successo del ‘modello’ San Vito lo Capo – dichiara l’assessore al Turismo Cleo Li Calzi- è il frutto della capacità virtuosa di valorizzare il territorio con le sue risorse naturali, le tradizioni e le eccellenze della terra sapientemente promosse e messe a sistema da una collaborazione tra istituzioni pubbliche ed imprenditoria privata che ha saputo portare questa realtà alla ribalta del mercato turistico nazionale ed internazionale. L’appuntamento del Cous Cous Fest – continua l’assessore Li Calzi- negli anni non solo è cresciuto richiamando sempre più partecipanti e visitatori ma è cresciuto soprattutto nel suo significato culturale rivolto all’integrazione e all’amicizia tra i popoli. Sino a divenire oggi un simbolo della Sicilia turistica”.