Durante la lettura di questo libro ho tentato ogni volta che mi accingevo a leggerlo sfogliando le sue pagine a darne una classificazione. La prima considerazione che ho fatto l’ho pescata dai miei studi liceali e universitari. Ho detto subito, ma guarda un po’ Baricco questa volta si cimenta con la scrittura Pirandelliana e per giunta con la più complessa, il teatro nel teatro, il meta-teatro dei Sette personaggi in cerca d’autore. I personaggi principali di questa opera che dobbiamo definire quantomeno inconsueta non hanno nome e cognome: sono il Padre, La madre, Il Figlio, la Figlia, La Sposa giovane appunto che dà il titolo al romanzo. Ma sarà poi un romanzo? Domanda che mi sono posto per tutte le prime cinquanta pagine o piuttosto un testo teatrale? Baricco non è nuovo a queste imprese, qualche anno fa, infatti prima di raggiungere il grande successo letterario scrisse un lungo racconto che fu anche rappresentato in teatro e poi al cinema, Novecento. L’architettura della narrazione, ci accorgiamo dopo un po’ di pagine lette, prevede un personaggio che solo per brevi tratti entra nella storia, è lo scrittore che con la sua fantasia ha dato origine alla storia e ai personaggi rinchiuso nella sua casa a scrivere solo alla fine ne uscirà fuori. Mi sono fatto un’idea tutta mia su questo ultimo romanzo di Alessandro Baricco, magari mi sbaglierò ma ho l’impressione che si tratti di un saggio travestito da opera narrativa. Nel libro ci trovi Calvino, Perec, Baricco, Pirandello, teatro, cinema e narrativa. Il suo vero titolo potrebbe essere Manuale di scrittura creativa per gli allievi della scuola Holden e per i lettori affezionati di Alessandro Baricco. Un bel libro dunque, forse non uno dei migliori dello scrittore torinese ma mi ha fatto venire voglia di leggere anche il penultimo libro pubblicato anch’esso da poco che s’intitola Smith and Wesson. Ricordatevi ci sono autori, come Alessandro Baricco, di cui bisogna leggere assolutamente tutti i titoli, perché sono veri scrittori e le loro opere anche le meno riuscite ci riservano sempre delle piacevoli sorprese.
Vincenzo Piccione