Categorie: Dalla Cina e dintorni con furore

Il Festival letterario “The Bookworm”

“Il Festival Letterario The Bookworm (Pechino, Rep. Pop. Cinese, 13-29 Marzo 2015)”

Una Celebrazione di Letteratura e Idee / http://bookwormfestival.com/

Celebrare Scrittori e Lettori”, incontro tra autori

Alla presenza di: Chan Koon-chung, Linda Jaivin, Sheng Keyi, Xu Xi e Zhang Lijia

Il Festival Letterario The Bookworm è un appuntamento che ormai da anni in Cina fa parlare di sé. E anche quest’anno alla sua 10a edizione il suo programma ospiterà a Pechino e in altre 7 città in Cina più di 300 eventi, di cui 11 laboratori dedicati all’arte della scrittura (poesia, storie brevi, d’avventura, di viaggio, storie illustrate per bambini, novelle, drammaturgia) e 13 eventi fatti su misura per i più piccoli e gli adolescenti. Saranno 118, di diversa nazionalità, i protagonisti del festival tra scrittori, poeti, giornalisti, filosofi, traduttori, artisti, bloggers, professori di lettere e di giurisprudenza, storici, antropologi, attivisti, analisti ed esperti di politica, economia, energia e ambiente, registi e musicisti. The Bookworm (dall’Inglese, letteralmente, il Bruco del Libro, in Italiano Il Topo Di Biblioteca) è un locale che a Pechino ha fatto storia. Nasce come luogo d’incontro per gli amanti della letteratura, della lettura e dei libri. Una libreria, una biblioteca, una caffetteria, un ristorante, un bar, un club, un festival letterario…The Bookworm è tutto questo, sì. Ma per chi c’è stato è più un concetto, un’isola a se, a forma di cubo, di colore verde mela, localizzato nel quartiere più popolare di Pechino, Sanlitun.

All’inaugurazione del 13 Marzo, Chan Koon-chung, Linda Jaivin, Sheng Keyi, Xu Xi e Zhang Lijia si sono ritrovati all’evento “Celebrare Scrittori e Lettori” per porsi la domanda di rito “Ma per chi scrivono gli scrittori, per sé o per i lettori?”. Difficile trovare una risposta chiara perché chi scrive – secondo gli autori – segue un impulso irrefrenabile. Il naturale istinto di esprimersi in pensieri, parole, opere è filtrato dalla lingua scritta. “Il fatto è che non saprei immaginare la mia vita senza scrivere” commenta Xu Xi, scrittrice Cinese-Indonesiana. “Dopo aver partorito il mio ultimo libro, mi dissi che era tempo di smettere. Mi ritrovai a scrivere il giorno dopo una nuova storia. V’assicuro che i personaggi non li ho creati io, hanno preso vita dal nulla”. Chan Koonchung, scrittore di Hong Kong, racconta: “Non mi sono mai sentito a mio agio nel definirmi ‘uno scrittore’. Trasferitomi a Pechino sentii l’esigenza di affrontare la sfida di scrivere un libro. Ci misi otto anni a pubblicare il primo e quell’anno avevo 60 anni.” Per Linda Jaivin è stato tutt’altro percorso. La sua voglia di scrivere nasce dalla lettura, il “divorare” libri l’ha portata a scriverne undici.

Mi chiedo, e se fossimo tutti potenziali scrittori? Quanti libri dovremmo leggere per scatenare lo scrittore che c’è in noi? È l’azione di leggere a fare la differenza tra libri e letteratura. I libri non esisterebbero senza gli scrittori, ma la letteratura non potrebbe fare a meno di lettori. Solo provando ad articolare e a elaborare la lingua scritta si può tentare di ricreare l’emozione che si prova immersi nelle proprie riflessioni. Per chi scrivono gli scrittori, per se o per i lettori? Il mio blog mi fa una scrittrice? Gli scrittori non scrivono per se perché i loro pensieri sono più sofisticati di quanto riuscirebbero a renderli per iscritto. Le parole per ricco che sia il vocabolario di una lingua sono contenitori di significato che si avvalgono di sfumature ma non sempre tali da catturare la complessità dei pensieri. Gli scrittori non scrivono per un pubblico perché ogni lettore da una personale interpretazione di ciò che legge e tende a ricordare ciò che ha capito seguendo una propria logica e non quella dello scrittore. E allora? Ritengo che gli scrittori siano tali perché semplicemente scrivono. L’azione di scrivere implica che Tutti I Passi Che Ho Fatto Nella Mia Vita Mi Hanno Portato Qui, Ora.

“Tutti I Passi Che Ho Fatto Nella Mia Vita Mi Hanno Portato Qui, Ora” è una didascalia di Alberto Garutti, incisa su una piastrella di marmo, che mi sono trattenuta a leggere per pochi secondi sulla banchina alla Stazione ferroviaria di Piazza Cadorna a Milano. Curiosamente, la rileggo di continuo nelle cose che faccio.

Maria A. Ruggieri

Vincenzo Figlioli

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