Il fatto contestato risale allo scorso febbraio e sarebbe stato commesso all’Oviesse
Secondo l’Accusa due 16enni marsalesi, difese dagli avvocati Giovanni Gaudino e Antonino Rallo, il 27 febbraio scorso, in concorso tra loro, si sarebbero impossessate di capi di abbigliamento esposti sugli scaffali dell’esercizio commerciale Oviesse di Marsala. La Procura all’epoca contestò la circostanza aggravante “di aver commesso il fatto con violenza sulle cose consistita nel manomettere il dispositivo antitaccheggio e di avere commesso il fatto su cose esposte alla pubblica fede”. Il processo è stato celebrato innanzi al Tribunale per i minorenni di Palermo e in particolare davanti al Giudice collegiale dell’udienza preliminare presieduto da Salvatore Caponetto, mentre a rappresentare l’Accusa è stato ilPM Claudia Caramanna. Entrambe le ragazze si sono sottoposte all’interrogatorio del Gup. “entrambe le imputate – ha detto l’avvocato Rallo –, pur ammettendo di fatto la loro responsabilità, hanno dimostrato di essere pentite di quell’isolato gesto”. Dinanzi alla richiesta della pubblica Accusa e dei servizi sociali di sottoporre le minori ad un programma strutturato per il reinserimento delle stesse nella società attraverso la probation (istituto della messa alla prova) vi è stata opposizione dei due legali marsalesi che, in sede di discussione dell’udienza preliminare, hanno indirizzato il giudice per una pronuncia di proscioglimento per irrilevanza del fatto. “In considerazione dell’occasionalità del fatto – hanno ribadito Gaudino e Rallo – la prosecuzione del processo avrebbe danneggiato l’educazione delle minori le quali ancora studentesse, a causa di precedenti penali, non avrebbero potuto provare ad esempio un concorso pubblico o comunque evitare un inutile carico pendente risultante dal casellario giudiziale in attesa di definizione del giudizio”. Al termine il Gup ha pronunciato sentenza di proscioglimento per irrilevanza del fatto.