Secondo l’accusa avrebbero indotto la pensionata a prelevare i risparmi dal libretto postale procurandosi un “ingiusto profitto”
Si è concluso con un’assoluzione il processo a carico di Vincenza Silvana Pavia, di 44 anni, Silvia Nicolina Gandolfo, di 47, e di Vito Stabile, di 48 anni. Tutti assistiti dall’avvocato Nicola Sammaritano, i tre erano stati tratti a giudizio davanti il Tribunale monocratico di Marsala con decreto di citazione diretta sulla base di denuncia proposta dalla signora C. P.M., di 88 anni. Secondo l’Accusa gli imputati, in concorso tra loro, avrebbero approfittato dell’età avanzata della persona offesa (tra l’altro anche invalida) per convincerla a prelevare 30mila euro dal suo libretto postale, facendole credere che sarebbe stato meglio custodire il denaro in banca, in una cassetta di sicurezza, procurandosi un ingiusto profitto di 15mila euro. I fatti sono del 19 gennaio 2011.
“Il processo – spiega il difensore – , svolto davanti il Giudice monocratico Riccardo Alcamo è stato istruito con l’esame/deposizione della parte offesa, e di alcuni testi del P.M., tra cui la locataria dell’abitazione della denunciante e una impiegata di banca. Altresì, si è proceduto alla acquisizione documentale, col consenso della parti processuali, di dichiarazioni rese, in sede di indagini, da più testi, tra cui una impiegata postale. Le dichiarazioni della parte offesa si sono rilevate illogiche, incoerenti, contraddittorie, e smentite dalle stesse risultanze processuali”.
Il Tribunale ha emesso sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste ex art. 530 comma 2 c.p.p., ossia la formula che ricalca l’ex insufficienza di prove