Il fatto è accaduto il 15 dicembre 2013, giorno in cui fu rigata una Grande Punto
Due ragazzi, un marsalese e un tunisino, sono stati prosciolti dal Tribunale dei Minori di Palermo dall’accusa di aver danneggiato una vettura in contrada Digerbato. Si tratta di E. G. A., residente in contrada Ciavolotto e di I. A., di origini tunisine, ma abitante in contrada Digerbato, entrambi difesi di fiducia dall’avvocato Antonino Rallo del Foro di Marsala. secondo l’Accusa i due avrebbero, in concorso tra loro, danneggiato, mediante graffi lungo le due fiancate e nella parte posteriore, l’autovettura Fiat Grande Punto di S. R., cagionando striature lungo la carrozzeria. Il fatto contestato risale al 15 dicembre 2013. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri di Marsala su delega del sostituto procuratore della Repubblica istituito presso il Tribunale per i minorenni di Palermo Claudia Caramanna. “Confidando nel quadro probatorio assai lacunoso ed incerto – ha detto l’avvocato Rallo – e soprattutto nell’innocenza dei miei assistiti, ho consigliato loro di sottoporsi ad interrogatorio e di rispondere alle domande del GUP. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale ho dimostrato come tutto l’impianto accusatorio fosse debole e privo di fondamento giuridico. I fatti per cui si è processo infatti riguardavano una discussione avvenuta nella nota palestra di Digerbato, in occasione della Festa della Cuccia, fra E. G. A e B. A. (figlio della proprietaria della Fiat) alla presenza di tantissimi testimoni oculari nessuno dei quali, sentito a sommarie informazioni dai carabinieri, ha mai accusato gli odierni imputati del presunto danneggiamento. Proprio sulla scorta di quello che era il materiale presente nel fascicolo del pm ho deciso di affrontare il processo già nella fase dell’udienza preliminare senza ricorrere ai riti alternativi o alla messa alla prova o al perdono giudiziale: quest’ultimo rappresenta sempre una condanna che va annotata nel casellario giudiziale fino al compimento dei 21 anni di età del minore”. Il Tribunale collegiale dell’udienza preliminare presieduto da Salvatore Caponetto dopo una lunga camera di consiglio ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Antonino Rallo decretando per i due ragazzi il “Non luogo a procedere” per assenza o insufficienza di elementi idonei a sostenere l’accusa. “Di fatto – ha commentato il legale – si tratta di una formula assolutoria piena che esclude la responsabilità dei miei assistiti”.