Il Consiglio comunale ericino, in seduta a valle presso il Seminario vescovile di via Cosenza, ha dato ieri pomeriggio il proprio assenso unanime al progetto preliminare per la realizzazione di una palazzina da adibire a “dipartimento oncologico” (con annesso servizio sanitario di radioterapia) e riperimetrazione dell’Ospedale S Antonio Abate di Erice”.
Da tempo, l’Amministrazione aveva ceduto (previa permuta con l’ex albergo Igea del centro storico) il tratto di viale Europa indispensabile alla realizzazione del superiore progetto predisposto dall’ASP di Trapani, proprietaria anche di una vasta area a monte dello stesso Ospedale.
Adesso occorre il finanziamento regionale: integrale per € 16.000.000, oppure stralcio per il primo servizio di radioterapia per circa 4.000.000€
Il Sindaco Tranchida propone diverse soluzioni fra cui il finanziamento dell’opera a carico della Regione (affidando la progettazione esecutiva alla ditta appaltatrice per snellire i tempi); lo sblocco del Patto di stabilità del Comune di Erice per consentire il finanziamento diretto da parte dell’amministrazione (pari a circa 12.000.000€); il finanziamento da parte dei privati (fra questi dell’israeliana Ametisty o altre ATI anche fra eventuali cliniche private già convenzionate), ovviamente assegnando il budget per il servizio.
“Il vantaggio per i cittadini ericini e dell’intera provincia di Trapani? – dice Tranchida – ovviamente consta nell’evitare le defatiganti trasferte all’alba e ritorno a sera dal palermitano, nella migliore delle ipotesi, oltre al contenimento dei costi di trasferta, alcune famiglie di ammalati non si possono neanche permettere il trasporto con mezzi pubblici, figurarsi la permanenza a pagamento in strutture ricettive extra ospedaliere per particolari degenze gravi.
“Tanto è quanto rappresenteremo all’Assessore Regionale alla Sanità Borsellino la prossima settimana – dichiara il Sindaco Tranchida – quando andremo a consegnare la deliberazione odierna, con una delegazione bipartisan del Consiglio comunale ma anche con la presenza testimoniale di alcuni cittadini ammalati che, financo ieri, con non poca vergogna per la politica tutta (!) hanno raccontato del loro calvario per andarsi a curare a oltre 100km da casa propria. Se l’ennesimo viaggio di speranza “politica” sarà reso vano – conclude Tranchida – credo che bisognerà richiamare l’attenzione dei media nazionali su questo scandalo annoso”.
Audrey Vitale