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Colpo di scena nel processo di appello per la scomparsa della piccola Denise: in un’intercettazione ambientale Jessica avrebbe detto alla sorella Alice: "…la mamma l'ha uccisa a Denise"

In aula Jessica Pulizzi nega di aver mai detto nulla del genere. I suoi difensori ribattono: “la frase non si sente. È una mera interpretazione del perito”. L’avvocato Piera Maggio,  mamma di Denise, Giacomo Frazzitta afferma: “quanto emerso è una prova che Jessica è a conoscenza di fatti che la coinvolgono”

La notizia, che potrebbe cambiare completamente le sorti del procedimento penale, è emersa nel corso dell’ultima udienza del procedimento di secondo grado che si tiene davanti alla Corte di Palermo. Il processo è sorto dall’opposizione dell’accusa e delle parti civili alla sentenza di assoluzione pronunciata nel giugno dello scorso anno a Marsala a conclusione del procedimento penale che vedeva accusata, per il sequestro della piccola Denise Pipitone, Jessica Pulizzi, sorella della bimba, da parte di padre. Per assistere i familiari della bambina scomparsa il primo settembre 2004 a Mazara del Vallo c’erano gli avvocati Giacomo Frazzitta, Luisa Calamia e Vito Perricone, mentre per la difesa di Jessica Pulizzi (presente in aula) sono intervenuti gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Fabrizio Torre. Davanti alla terza sezione della corte d’appello di Palermo (presidente Lo Forti, a latere La Neve e Rosini), ha testimoniato il perito della Corte, Massimo Mendolia che ha ascoltato i file audio provenienti da intercettazioni effettuate durante le indagini. I file sono stati filtrati da Rivertoni, un perito della Polizia di Stato di Roma che ha usato nuove tecnologie, più sofisticate di quelle usate in passato. In particolare in un’intercettazione dell’11 ottobre 2004 Jessica Pulizzi avrebbe detto alla sorella Alice: “Eramu ‘ncasa… La mamma l’ha uccisa a Denise”, secondo il perito nominato dalla Corte d’Appello, le due sorelle avrebbero scambiato alcune frasi. La mamma di Alice e Jessica Pulizzi è Anna Corona. In aula, oltre al perito della Corte sono stati ascoltati entrambi i consulenti, quello dei difensori di Jessica e quello delle parti civili. La consulente della difesa dell’imputata, la dottoressa Drago, dice che la frase non si sente, invece quello delle parti civili, il dottor Indorato, è concorde con Mendolia. La Corte, a questo punto ha disposto di ascoltare anche Jessica, che era in aula, e che ha negato di aver mai detto una frase simile. Questo il commento dei difensori di Jessica, Fabrizio Torre e Gioacchino Sbacchi: “Abbiamo contestato il passaggio in questione perché la frase non si sente. Riteniamo che sia una mera interpretazione soggettiva del perito, tant’è che, nell’assoluta serenità dell’estraneità della nostra assistita ai fatti contestati, abbiamo chiesto l’ascolto in aula del passaggio in questione, ma ci è stato negato con la motivazione, precisata dalla Corte, che i file sono nella disponibilità di tutte le parti del processo. Quindi ognuno può ascoltarli”. Di tutt’altro tenore i commenti degli avvocati di parte civile: “Al di là da della frase in sé – ha detto l’avvocato Giacomo Frazzitta, che assiste Piera Maggio, mamma di Denise – che necessita di un approfondimento investigativo, quanto emerso è una prova che Jessica è a conoscenza di fatti che la coinvolgono”. Nel merito del contenuto entra un altro avvocato di parte civile: “quella emersa è una dichiarazione drammatica – ha detto Vito Perricone – che getta una luce terribile sulla vicenda”. Nella prossima udienza, fissata per il 16 gennaio, la Corte ha disposto che venga riascoltata in aula Alice, la sorella minore di Jessica, in merito a questi fatti, seguirà la discussione del Procuratore generale.

Chiara Putaggio

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