Il fenomeno dei sequestri e delle confische ai patrimoni mafiosi ha assunto dimensioni enormi. Solo nella provincia di Trapani, il regno di Matteo Messina Denaro, a quattro imprenditori sono stati tolti beni o bloccate liquidità per 3 miliardi e mezzo di euro, una cifra spropositata se si confronta ai fondi comunitari che la Sicilia riceve da Bruxelles: in totale circa 10 miliardi. Una ricchezza enorme che spesso viene gestita con difficoltà dallo Stato, con storture come la moltiplicazione degli incarichi allo stesso amministratore giudiziario: fino a 80 incarichi per la stessa persona. In particolare nel caso di aziende sequestrate e confiscate, con dipendenti, le attuali modalità e normativa di amministrazione giudiziaria spesso non riescono ad affrontare e gestire tutti gli aspetti squisitamente imprenditoriali e settoriali. Da questo deriva il rischio che gran parte di quel patrimonio aziendale, quello che ha un vero potenziale di sviluppo imprenditoriale nella legalità, vada spesso disperso e con esso i posti di lavoro. Per questo Libero Futuro, il Cresm, l’associazione Libera domani, giovedì 20 novembre 2014, alle 10, incontrano la stampa nella sede di Libero Futuro in via Alcide De Gasperi, 53 a Palermo. Parteciperanno Enrico Colajanni, presidente di Libero Futuro; Liborio Furco, presidente del GAL Elimos; Alessandro La Grassa, presidente del Cresm e responsabile Cooperazione del GAL Elimos; Nicola Clemenza, presidente dell’associazione Antiracket Libero Futuro Castelvetrano; Giuseppe Sanfilippo, amministratore giudiziario e consigliere nazionale dell’Inag (Istituto nazionale amministratori giudiziari). Sarà fatto un quadro aggiornato della situazione dei beni sequestrati e confiscati, del loro impatto sull’economia locale regionale, della loro potenzialità in termini di creazione di ricchezza “legale”. Verranno inoltre illustrate alcune delle esperienze più innovative di gestione e promozione e le conseguenti necessità di revisione degli approcci legislativi e giudiziari al tema. In particolare saranno illustrati esempi di sequestri in cui all’amministratore giudiziario il Tribunale ha affiancato imprenditori provenienti dalle fila dell’Antiracket con risultati molto incoraggianti.