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Il Comune di Petrosino dice No alle trivelle nel Canale di Sicilia

Il Comune di Petrosino ha aderito formalmente alla campagna No Trivelle nel Canale di Sicilia. “Non solo abbiamo aderito, – ha detto il sindaco Giacalone – ma già il 10 settembre scorso, il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità un atto d’indirizzo per esprimere formale parere negativo alla conferenza di servizi per il progetto di trivellazioni “Schlumberger Italia”. A Petrosino diciamo fermamente NO alle trivelle e NO al parco eolico offshore sul mare ad appena 2 miglia dalla nostra costa. Diciamo SI al risparmio energetico e alle energie alternative per uso domestico e aziendale”. Martedì scorso, i Comuni di Petrosino, Sciacca, Ragusa, Menfi, Licata, Pantelleria, Noto e Santa Croce Camerina, insieme alle associazioni Greenpeace, WWF, Legambiente, Touring Club, Legacoop, ANCI Sicilia, AGCI Sicilia e ANAPI Pesca Sicilia, l’Ente Bilaterale Regionale Turismo Siciliano, ma anche i liberi cittadini Enzo e Patrizia Maiorca, hanno diffidato la Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente dal concedere parere positivo ai progetti di prospezione nel Canale di Sicilia presentati dalla compagnia Schlumberger Italiana S.p.A. Le valutazioni presentate dal proponente nei documenti di Studio di Impatto Ambientale (SIA) sono infatti lacunose ed erronee. “Abbiamo analizzato bene le carte – dichiarano le associazioni ambientaliste – e siamo davanti, a nostro giudizio, a gravissime omissioni, che non possono essere taciute. Ecco perché oltre alle osservazioni, abbiamo ritenuto importante inviare anche una diffida alla commissione VIA, affinché – alla luce di quanto da noi evidenziato – si fermino subito questi progetti”. La Schlumberger ha presentato richiesta per ben due progetti di ricerca nel Canale di Sicilia, uno tra Capo Passero e Malta (d1 C.P-.SC), e uno tra Malta e Pantelleria (d1 G.P-.SC). Da quanto rilevato nei SIA presentati dalla compagnia, entrambi i progetti non tengono in alcuna considerazione l’impatto che tali attività potrebbero avere non solo sui cetacei, ma soprattutto su importanti risorse ittiche commerciali, che sono fondamentali per la pesca siciliana. Ancora più grave è la completa omissione della presenza, nell’area oggetto del progetto al largo di Pantelleria, di vulcanici sottomarini che rendono tali zone ad alto rischio geologico. Nello studio della società si afferma che nelle due aree i cetacei sarebbero “scarsi”, ignorando che le aree oggetto di richiesta sono stata considerate – sia dalla Convenzione di Barcellona, che da quella per la tutela dei mammiferi marini (ACCOBAMS) – come aree meritevoli di tutela perché di importanza critica per varie specie di cetacei, compresa la balenottera comune. “Oggi più che mai siamo determinati nel portare avanti questa battaglia di civiltà contro le trivelle che minacciano il nostro mare e i territori circostanti, – le parole dell’ass. alle Politiche Ambientali, Federica Cappello -. Siamo convinti che sia più sensato investire sull’uso di energie rinnovabili che non speculino sul paesaggio e l’ambiente”. 

redazione

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