“Alla base di tutto ci sia la scelta di quello che noi immaginiamo possa essere il futuro sviluppo della nostra terra. Non credo che dall’estrazione di idrocarburi e dalla violazione dei territori possa nascere lo sviluppo”. Lo ha affermato, durante il suo intervento in Commissione Ambiente all’Ars, la parlamentare regionale democratica Antonella Milazzo, promotrice dell’odierna convocazione della Commissione stessa in merito al “rischio trivelle”. “Il Pd è per la tutela del nostro territorio; chiediamo – prosegue Milazzo – che vengano apportate le necessarie modifiche al dl 133, appena convertito in legge, partendo da una differenziazione dei territori. E’ necessario avviare una seria azione di tutela del nostro mare, e in particolar modo delle zone come quella, ad esempio, delle Isole Egadi, in cui vigono aree marine protette, ove persino l’ancoraggio è vietato, e dove quindi appare quanto mai insensata una ipotesi di sondaggio ai fini dell’estrazione di idrocarburi. Tutto ciò – continua la deputata del Pd – dovrà portare il governo regionale ad un’azione forte nei confronti del governo nazionale partendo dal recepimento della Convenzione di Barcellona del 2011, che riguarda la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento, e della Convenzione di Aarhus, volta a garantire ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia di processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente. I cittadini, infatti, devono poter esprimere un parere sull’idea di sviluppo che vogliono dare ai loro territori”. “Un altro punto fondante è relativo alla scelta energetica contenuta nell’articolo 38 del decreto Sblocca Italia, con la concessione quarantennale che privilegia l’utilizzo del carburante fossile”. Lo ha detto la parlamentare del Pd Mariella Maggio nel suo intervento in commissione Ambiente -. Sollecitiamo, perciò, il governo regionale ad indicare, attraverso la realizzazione del piano energetico, un indirizzo che vada verso uno sviluppo sostenibile e verso la scelta delle fonti energetiche rinnovabili. Una scelta energetica che sia strumento di programmazione verso una nuova politica capace di attivare azioni di sviluppo che tengano conto degli ecosistemi specifici presenti e della salvaguardia del territorio e per la valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storiche, gastronomiche. Ad esempio – conclude Maggio -, non possiamo non tener conto che il Mar Mediterraneo è un “cantiere archeologico” di una valenza enorme, a cui sarebbe delittuoso continuare ad attentare”.
“E’ necessario che il Pd siciliano si faccia promotore di un’azione forte nei confronti del governo nazionale, per ottenere in tempi brevissimi – concludono le due parlamentari democratiche – una nuova regolamentazione che non espropri il governo regionale delle prerogative della valutazione ambientale, a tutela del suo patrimonio naturalistico”.