“Il direttore della banca mi ha detto che l’assegno non era buono”
Nuova udienza del processo che vede alla sbarra Giacomo Di Girolamo, ex promotore finanziario accusato di ricettazione di un assegno. I fatti risalgono al 2012, periodo in cui Giacomo Di Girolamo lavorava presso un centro-scommesse. Ieri in aula ha deposto Vito Pocorobba che ha risposto alle domande del pm Anna Cecilia Sessa. “Il direttore della banca mi ha detto che l’assegno non era buono. Poi sono andato nel centro scommesse e ho portato il signor di Girolamo a parlare con il direttore della banca. Il direttore ci ha detto che l’assegno era rubato”. Secondo l’accusa Vito Pocorobba e l’amico Pietro Giuseppe Demma avrebbero fatto una scommessa e, avendo vinto, sarebbero stati pagati con un assegno risultato rubato. “Il mio amico Pietro Demma – ha detto Pocorobba davanti al collegio presieduto da giudice Sergio Gulotta (a latere Moricca e Pierini) – ricevette l’assegno per la vincita. Io andai a cambiarlo. La vincita era di 350 euro. Si trattava di una scommessa di circa 5 euro, di calcio, squadre di serie A”. rispondendo alle domande del difensore di Di Girolamo, l’avvocato Ignazio Bilardello, il teste ha detto: “Il mio amico mi ha detto che l’assegno lo ha dato Di Girolamo, ma io non ero presente. L’assegno porta il mio nome, l’ho scritto io. La giocata l’ha fatta il mio amico”. La prossima udienza si terrà il 3 dicembre ore 11 per sentire Pietro Giuseppe Demma e per l’esame imputato.