Siamo davvero arrivati all’osso. I giorni dedicati ai defunti hanno fatto registrare, secondo la Confesercenti nazionale, ma anche secondo noi che frequentiamo quel luogo, un calo mai visto di vendita di fiori. Gli italiani, i marsalesi e i petrosileni, non hanno più il denaro da spendere per i propri cari defunti. Chi di voi non ha notato che le strade vicine al cimitero, storicamente intasate di veicoli, quest’anno erano scorrevoli e poco trafficate? La gente è rimasta a casa anche durante il primo e il due novembre. I giorni che hanno preceduto e seguito la commemorazione dei defunti sono stati caratterizzati dalla “Leopolda” e dalle piazza piene di lavoratori disperati. Noi non eravamo a Firenze, abbiamo letto e non ci abbiamo capito nulla di quanto è accaduto. Comprendiamo invece la disperazione di coloro che difendono quel poco di salario che ancora hanno, minacciato dalla crisi e dal…Governo. Aspettavamo alla prima uscita utile una qualche risposta del premier Matteo Renzi diversa da quelle dame che gli girano attorno e che parlano sempre di tasse diminuite e di 80 euro. In fondo i sondaggi lo accreditano sempre dei favori della gente. Invece ecco di nuovo il Renzi rottamatore (dei sindacati e degli oppositori interni stavolta) e delle riforme sempre annunciate e delle quelli per il momento non si è visto nulla. La parola secondo i “renzofili” ufficiali che il premier usa di più è “cambiamento”. Il premier si è detto pronto a cambiare tutto: partito e governo. Si proponeva di cambiare casa. Si è cambiato vestito. Un giorno lo hanno sentito borbottare tra sé. “Se insistono, cambio pettinatura” e a Firenze va sempre in giro con un biglietto da dieci euro chiedendo: “ Me lo cambia?”. L’altro giorno è arrivato a Roma la sera mentre era atteso la mattina: a Bologna infatti, senza necessità alcuna ma unicamente per una questione di principio, aveva cambiato treno. Un nostro collega che lo segue per lavoro, in visita negli Stati Uniti, lo ha visto commosso davanti ad un cambiavalute “Beato lui” lo ha sentito sussurrare. Quando da lontano vede arrivare l’ex amico Pippo Civati, cambia strada. Ecco giunto il momento per Matteo Renzi, considerato i risultati che sta raggiungendo, di cambiare almeno colore, come fanno, di solito, coloro che si vergognano