Secondo il recente rapporto dell’UNICEF oggi in Italia 1 bambino su 3 vive in povertà, con oltre 600.000 bambini poveri in più rispetto al 2008.
Un dato che riflette il malessere economico causato da una crisi diffusa e dilagante che ha colpito anche i cosiddetti “paesi ricchi” conducendo milioni di persone sotto la soglia della povertà.
“I figli della recessione” così come li definisce l’Onlus per i diritti per l’infanzia, sono 76 milioni nel mondo, nati in famiglie che hanno ridotto drasticamente il reddito e che oggi non possono più garantire loro un’adeguata istruzione e un corretto stile di vita.
Altro fenomeno diffuso è l’incremento dei NEET (acronimo inglese per Not in Education, Employment or Training), ovvero dei ragazzi e adolescenti che non studia, non lavora e non segue corsi di formazione. Nel nostro paese la quota di NEET fra i giovani è aumentata di quasi 6 punti, raggiungendo il 22,2%, cioè il tasso NEET più alto dell’Unione Europea.
Andando ancor più nel dettaglio l’UNICEF Italia precisa che: 16% dei bambini italiani vive in condizioni di grave deprivazione materiale, cioè in famiglie che non sono in grado di permettersi almeno quattro delle nove voci seguenti:
-pagare l’affitto, il mutuo o le utenze
-tenere l’abitazione adeguatamente riscaldata
-affrontare spese impreviste
-consumare regolarmente carne o proteine
-andare in vacanza
-possedere un televisore
-possedere una lavatrice
-possedere un’auto
-possedere un telefono.
Questi dati, che l’UNICEF Italia fa bene a rimarcare e divulgare, si respirano già da tempo fra le strade i palazzi e le scuole delle nostre città… La povertà è sempre più una condizione “normale” fra la popolazione e il capro espiatorio è “la crisi”.
Ed è lì che la rabbia, l’insofferenza contro i politici e le politiche locali, nazionali, europee e mondiali diviene crescente, perché non è facile (insopportabile in molti casi) per un genitore, essere costretto a privare il proprio figlio di risorse materiali essenziali alla sua crescita e alla sua serenità.
E’ altrettanto straziante constatare come tanti giovani, siano sospesi in questo terrificante “limbo” – così come lo definisce anche il Presidente dell’UNICEF Italia, Giacomo Guerrera – senza alcun supporto da parte dello Stato. E se consideriamo la generazione dei trentenni non è scontato dire quanto sia difficile costruire una famiglia con queste premesse e quanto rimanga un’utopia la pensione…
Questa è la fotografia del nostro paese, e non è una ricostruzione fantasiosa o un dato costruito per creare allarmismi.
Al di là dei partiti, delle beghe, delle chiacchiere sui blog, oltre la propaganda, le proteste in piazza, superando gli show televisivi, i dibattiti e i personalismi.
Al di là di tutto ciò, mi domando se chi ci governa (a tutti i livelli) sia consapevole della situazione, e se sta adottando misure utili e adeguate per contrastare questa dilagante povertà…