Categorie: Lettere

Tele di ragno fra tele d’autore

Domenica 5 ottobre 2014, mi sono recata presso l’ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana per visitare la Mostra “Artisti di Sicilia” curata da Vittorio Sgarbi. La splendida cornice dell’isola accoglie i visitatori e avvolge in un magico mistero che accompagna il momento culturale che è stato promosso con questa stupenda iniziativa. Tuttavia la mia presenza non era solo in qualità di semplice visitatore, bensì anche in veste di pittrice e soprattutto di giornalista. Dalla mia visita in questo triplice ruolo, sono emersi gli aspetti positivi e le criticità, come rivela ogni punto di vista critico che vuol essere anche costruttivo. Mi soffermerò innanzitutto sui primi. L’esposizione è stata allestita con opere d’arte (quadri, sculture, installazioni, video) distribuite in quattro grandi saloni e nel fiorente giardino del Museo interno allo Stabilimento, in particolare i tre video, sono stati allocati in due salette adiacenti al salone principale. La Mostra è molto innovativa perché difonde la produzione artistica siciliana contemporanea e quindi anche gli artisti coevi. Fra questi mi ha colpito positivamente Franco Politano con la sua installazione “Esercito delle anime” e Giovanna Lentini, artista marsalese, che con la sua opera “Radici” rappresenta mirabilmente la nostra città per la raffinatezza del lavoro e per la pregnanza del tema che ci trasmette. Ho trovato molto accattivante anche il video “Quiproquo” di Elisabetta Sgarbi per il quale però purtroppo non è stata prevista la proiezione su uno schermo bensì su una parete decorata di archi che hanno inquinato la visione delle immagini. Accanto agli aspetti positivi corre obbligo notare alcune criticità sempre con l’intento di migliorare subito, se possibile, o in futuro. Innanzitutto mi sono ritrovata, per la prima volta nella mia carriera di “giornalista”, esclusa dall’ingresso con le prerogative che comporta questa professione, pur avendo mostrato alla biglietteria la tessera del relativo Ordine. Ho frequentato Musei in tutta Italia e non mi era mai capitato: un’ofesa alla deontologia professionale! Comunque ho pagato il mio biglietto come “semplice visitatore” e ho iniziato il mio “viaggio” fra i saloni. Altro aspetto negativo: la pulizia. Fra i quadri esposti si potevano osservare, sui muri e tra le tele stesse, parecchie ragnatele ed i loro autori, grossi ragni, che salivano e scendevano indisturbati fruitori delle opere d’arte. E ancora: la fruizione dei video. Per potere vedere l’interessante video “Quiproquo” ho dovuto mettere in funzione io stessa le apparecchiature, perché non era stato predisposto l’avvio del dvd, e così pure ho dovuto procedere per attivare il monitor che presentava la originale performance di Donatella Capraro. Invece il video di Alessandro Librio non l’ho potuto vedere.

Molto contrariata ho chiamato l’assistente della sala che mi ha riferito che il video proiettore era guasto. Mi chiedo se è così difficile sostituire uno strumento che ormai fa parte della nostra vita quotidiana! E ancora: nel primo salone era appesa ad una porta la borsa di una delle assistenti di sala, ovviamente, non essendo un’opera d’arte, inficiava l’armonia estetica della sala stessa! Mi chiedo perché le persone che lavorano nel Museo non possano avere uno spogliatoio in cui porre gli oggetti personali! Infine, per concludere, ho utilizzato gli splendidi servizi igienici dello Stabilimento e purtroppo ho registrato l’assenza totale di carta igienica: incredibile! Sorge spontanea una domanda: perché strutture magnifiche come questo ex Stabilimento e iniziative egregie come questa Mostra vengono inquinate dalla mancanza di diligenza di chi lavora quotidianamente in esse? Forse perché manca l’”amore” per i luoghi, per l’accoglienza per il pubblico? E ciò che interessa è solo far pagare alla gente un biglietto e poi, chi se ne frega se i ragni circolano indisturbati, i video non si possono proiettare e nei bagni manca il minimo per garantire il benessere a chi ne fruisce? Ovviamente tutto quanto sopra descritto è solo ed esclusivamente il mio punto di vista, di artista, di giornalista, di visitatore.

 Maria Grazia Sessa

Claudia Marchetti

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