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Abuso d’ufficio, invocata condanna per l’ex sindaco di Castelvetrano

Il pm ha chiesto due anni di reclusione per Gianni Pompeo, ma per i difensori: “Va assolto. Il fatto non sussiste”

È attesa per il 6 ottobre la sentenza che concluderà il processo a carico di Gianni Pompeo, ex sindaco di Castelvetrano, accusato di abuso d’ufficio. Nell’ultima udienza – davanti al Tribunale in composizione collegiale – presieduto dal giudice Sergio Gulotta (a latere Pierini e Moricca), si è tenuta la discussione finale. In particolare il pm Trainito ha chiesto per l’imputato una condanna a due anni di reclusione in quanto, secondo il pubblico ministero, in aula si sarebbero formate le prove necessarie a dimostrare il reato contestato. Il processo ha preso il via dall’inchiesta originata da una denuncia presentata dall’ex comandante dei vigili urbani Simone Marcello Caradonna, sostituito da Pompeo quando era sindaco di Castelvetrano. I fatti sono del 2009, quando Pompeo ha revocato dall’incarico di comandante dei vigili nonché dirigente del VI settore a Caradonna e poco dopo ha affidato gli stessi a Vincenzo Bucca. Secondo la Procura ciò avrebbe prodotto “un ingiusto vantaggio patrimoniale a Bucca e un danno a Caradonna”. Tuttavia secondo l’ex sindaco la revoca era stata motivata dal fatto che Caradonna non avrebbe raggiunto gli obiettivi richiesti dall’amministrazione e non avrebbe osservato le direttive del primo cittadino. Gli avvocati di Pompeo, ossia Giovanni Messina e Donato Messina hanno invece chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Chiara Putaggio

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Tags: abuso d'ufficioTribunale di Marsala