Era accusato di concussione. I difensori: “Nessuna indebita pretesa è stata avanzata dal nostro assistito nei confronti dei fratelli Fontana”
La prima sezione della Corte di Appello di Palermo ha confermato la sentenza di assoluzione resa dal Gip del Tribunale di Marsala Vito Marcello Saladino il 31 ottobre 2012. La sentenza era stata poi appellata dalla Procura di Marsala. Secondo l’accusa, in qualità di brigadiere della Guardia di Finanza, il finanziere avrebbe indotto due titolari di un autolavaggio in via Mazara, a lavare quattro auto due o tre volte al mese. Le prestazioni, secondo l’accusa, sarebbero state gratuite per paura di rischiare di controlli fiscali. Visto che Michele D’Errico prestava servizio presso la Guardia di finanza di Marsala. il GIP di Marsala ha pronunciato la sentenza di assoluzione perché “il fatto non sussiste”. Il Procuratore Generale, nell’udienza di appello, ha richiesto la condanna alla pena di due anni di reclusione. Gli avvocati difensori Stefano Pellegrino e Daniela Ferrari, invece, hanno insistito affinché venisse confermata la sentenza di assoluzione per D’Errico per le ragioni difensive già proposte in primo grado. Infatti, secondo i difensori , il lavaggio delle vetture era un gesto di cortesia personale dei fratelli Fontana non legato al ruolo ricoperto dal D’Errico nella guardia di finanza. “Nessun indebita pretesa – continuano Stefano Pellegrino e Daniela Ferrari – , quindi è stata avanzata dal D’Errico ai fratelli Fontana, che avevano escluso, comunque, ogni condotta intimidatoria di D’Errico”.