Categorie: Punto Itaca

Marsala ai marsalesi

Come scriviamo da settimane, si voti a novembre o a maggio, a Marsala ogni sera c’è qualcuno che si riunisce per studiare alleanze, liste e candidature, in vista delle prossime amministrative. E fin qui nulla di strano, a prescindere dall’effettivo valore dei nomi e dei progetti che stanno emergendo. In fin dei conti, ogni marsalese ha il diritto di sognare di diventare sindaco della propria città…Quel che non convince, invece, è il gran movimento di segretari provinciali e illustri onorevoli, ogni volta che Marsala si prepara a tornare alle urne. Si incontrano, parlano, studiano strategie per far fuori (politicamente) qualcuno e per sostenere qualcun altro. Ora, è chiaro che non c’è limite alle capacità dell’intelletto umano, ma è legittimo essere scettici rispetto alla conoscenza di un territorio vasto e complesso come quello lilibetano, da parte di politici trapanesi, alcamesi o salemitani. Non è una questione di campanile, è una questione di logica.

Già in passato, a destra come a sinistra, si è provato a decidere altrove il futuro di questa città. Il centrosinistra, in questo, è maestro. Nel 2007 come nel 2012, infatti, piuttosto che affidarsi alle primarie preferì presentarsi diviso alle amministrative, incassando una cocente sconfitta la prima volta e vincendo la seconda, senza però superare le contraddizioni che sarebbero poi pesate fino alle dimissioni di Giulia Adamo. Anche nel centrodestra, però, c’è una letteratura interessante a riguardo. Nel 2001 la prima frattura con Giulia Adamo fece andare in fumo una vittoria che sembrava certa. Nel 2007 vinse Carini, nonostante la candidatura concorrente di Eleonora Lo Curto. Le divisioni, però, rimasero e si acuirono durante i cinque anni di amministrazione, costringendo l’ex sindaco a una girandola vorticosa di assessori (alla fine se ne contarono più di venti). In tutti i casi, risultarono decisive le mosse di alcuni dirigenti provinciali dei due schieramenti.

Ecco, se qualcuno pensa di reiterare per l’ennesima volta quei modelli, evidentemente ha capito poco dell’attuale fase politica. Oggi più che mai, infatti, gli elettori si aspettano progetti che guardino al territorio e alle sue esigenze. Progetti nati e cresciuti tra Birgi e Strasatti, passando per le colline di Bufalata e i palazzi del centro storico. Il resto è roba da alchimisti della politica, buona per garantire qualche posizione di potere, ma incompatibile con quello che serve alla città.

Vincenzo Figlioli

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