È accaduto a Petrosino. I militari hanno sequestrato un chilo di marijuana che, se venduta, avrebbe garantito un illecito profitto di circa 10mila euro
A poche ore dalla notte di Ferragosto, i Carabinieri della Compagnia di Marsala diretti da Carmine Gebiola hanno aumentato i controlli oltre che per garantire sicurezza a residenti e turisti, anche per contrastare il fenomeno dell’abuso di sostanze stupefacenti e dei reati connessi. Nel corso dei controlli è stato anche predisposto il monitoraggio della circolazione stradale, e i militari dell’Aliquota Radiomobile, diretta dal Brigadiere Capo Michele Licari, con il personale dell’Aliquota Operativa coordinato dal capitano Danilo D’Angelo hanno tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio e detenzione illegale di armi con matricole abrase tre persone: Vincenzo D’Aguanno, 54enne marsalese, pregiudicato, già sorvegliato speciale (fermato perché possessore di un fondo e in cui sonos state trovate armi, ossia una pistola e un fucile a canne mozze); Alessandro D’Aguanno, 22enne marsalese; e Vito Siragusa, 32enne petrosileno (accusati di detenzione ai fini di spaccio). Questi i f fatti: nel corso del primo pomeriggio del 12 agosto scorso, a Petrosino una gazzella dell’Aliquota Radiomobile ha notato un camion con a bordo due ragazzi che aveva un’andatura sospetta (pare abbia accelerato alla vista dei militari), motivo per il quale hanno deciso di fermarlo per un controllo. A bordo del veicolo c’erano Alessandro D’Aguanno e Vito Siragusa, i quali, sottoposti in un primo momento a una perquisizione personale, con esito negativo ma nel corso avrebbero mostrato un certo nervosismo, insospettendo i militari. Per questo i carabinieri hanno deciso di procedere ad un’ispezione approfondita dell’autocarro e nel cassone, trovando, nascosto in una cassetta di legno, un sacchetto in plastica contenente un grosso quantitativo di marijuana, poi accertata essere un chilo circa che, una volta rivenduta in dosi, avrebbe fruttato un illecito guadagno pari a 10.000 euro. A questo punto, allora, i militari hanno richiesto l’ausilio di una pattuglia dell’Aliquota Operativa e insieme si sono diretti nei vicini locali dell’attività commerciale di ingrosso di frutta da loro gestita e da cui avevano visto uscire il mezzo sospetto. Giunti sul posto, i Carabinieri hanno effettuato un’accurata perquisizione, anche alla presenza del titolare della proprietà del fondo successivamente intervenuto, Vincenzo D’Aguanno, padre di Alessandro, rinvenendo le due armi: una pistola e un fucile con le munizioni. In prossimità del bagno, infatti, su un tavolo, coperta da una tovaglia, è stata trovata una pistola semiautomatica calibro 9 corto, con matricola abrasa, separata dal caricatore, posto poco distante dall’arma con inseriti i proiettili. Inoltre, all’interno di un pollaio realizzato nello spazio antistante i locali, su uno scaffale, nascosto da alcuni sacchetti di plastica è stata, invece, rinvenuta una scatola in plastica chiusa da un coperchio con del nastro isolante contenente un altro caricatore e un intero pacco di cartucce calibro 9 corto. All’esterno poi, in un angolo, ben celato sotto cartoni per imballaggio e coperto da pietrisco, è stato scoperto un sacco nero di plastica con all’interno un fucile calibro 12, sovrapposto, a canne mozze e con la matricola abrasa. A questo, punto, i tre fermati sono stati condotti per gli atti di rito presso la caserma di Villa Araba. Tutti convalidati gli arresti, Alessandro D’Aguanno e Vito Siragusa sono stati ristretti in regime di arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni mentre per Vincenzo D’Aguanno non è stata applicata misura cautelare. I tre sono assistiti dall’avvocato Luigi Pipitone.