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Paolo Ruggieri: “A Marsala serve un sindaco normale, che persegua solo gli interessi della città e che sia capace di dialogare con tutti”

Se nell’area del centrosinistra, secondo molti, il candidato naturale alle prossime amministrative sarebbe Alberto Di Girolamo, sul fronte opposto sono in tanti a seguire con interesse le mosse di Paolo Ruggieri. L’ex assessore provinciale era sembrato vicino a una candidatura a sindaco sia nel 2007 che nel 2012, ma poi il centrodestra scelse altri candidati. In città, però, sono molti a scommettere che stavolta potrebbe davvero arrivare il suo turno.

Cosa c’è di vero nelle voci che la vedono in campo alle prossime amministrative?

Ho avuto un’esperienza politica e amministrativa molto impegnativa alla Provincia per 8 anni, in cui ho ricoperto il ruolo di vicepresidente, assessore e consigliere. Alla luce di ciò e della mia passione politica, nota a tutti, ogni volta che si presenta una campagna elettorale vengo inserito nella lista dei papabili. E devo dire che questo mi fa piacere e mi onora.

In che progetto, in che coalizione si vedrebbe bene Paolo Ruggieri?

In una coalizione cittadina. Che tenga conto di quello che esprime la città: professionisti, imprenditori, commercianti, disoccupati. Dobbiamo ricordare che al cittadino servono, prima di tutto, il lavoro e i servizi. Partendo dai partiti, se fossi candidato, non avrei nessun problema a dialogare con chiunque. Perché per me l’amministrazione non ha colore: non ci sono scuole di destra o di sinistra, così come le strade, l’illuminazione…La città ha bisogno di un sindaco normale, con gli occhi aperti, che stia tra la gente e sappia anche accettare le critiche. Capace di far bene nella normale amministrazione e di fare qualcosa in più con un po’ di inventiva.

Che ricordo ha della campagna elettorale di due anni fa?

Fu una campagna elettorale in qualche modo bloccata. Guardando ai due principali contenedenti, da un lato c’era Ombra che, sebbene partito da un movimento civico, era sostenuto compattamente dal centrodestra. Dall’altro lato c’era Giulia Adamo, che veniva da esperienze diverse: con Lombardo all’interno di una giunta progressista, con il centrodestra quando si candidò alla Provincia e alla Regione. In quella campagna elettorale si alleò con il Pd. Ma francamente penso che a vincere fu lei, non il Pd. E a perdere non fu Ombra, ma il centrodestra. Oggi, comunque, credo che le categorie politiche – destra, centro, sinistra – siano ormai superate. Io mi definisco un moderato. E i moderati hanno la capacità di dialogare con tutti. E’ questo che serve oggi alla città. E serve anche un confronto con il Consiglio comunale, che non va snobbato. E’ tempo di guardare a qualcosa di diverso dal centrodestra e dal centrosinistra, tenendo conto che c’è anche un terzo polo, costituito dal Movimento Cinque Stelle e che ci sono a Marsala espressioni molto apprezzabili a sinistra. Sarebbe bello mettere assieme persone qualificate, competenti e oneste, con un sindaco che abbia a cuore solo gli interessi della città.

Che eredità lascia Giulia Adamo?

Un’eredità scomoda, sicuramente. Perché parliamo di un personaggio di primissimo livello da quasi vent’anni per la politica marsalese, con un grande carisma. Come sindaco, non le avrebbe fatto male avere intorno, oltre a una corte di amici, anche qualche persona che avesse potuto farla riflettere un po’ di più su alcune scelte e di farla aprire un po’ di più al dialogo. Ma non si riparte solo da Giulia Adamo. Si riparte da un’amministrazione che comunque, come tutte, ha lasciato dei progetti che andranno valutati. Sicuramente non si può pensare di far amministrare la città a lungo da un Consiglio comunale il cui unico interesse, per il momento, è trovare una collocazione per i suoi componenti che devono ricandidarsi. Nè da un commissario straordinario che, in ogni caso, non può avere la conoscenza completa di questo territorio che appartiene a chi vive qui. Bisogna amare Marsala. E i primi ad amarla devono essere i suoi amministratori.

Vincenzo Figlioli

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