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Ritrovamento rostro della “Battaglia dell’Egadi”: svelati alcuni particolari

All’interno di uno dei dieci rostri finora recuperati alle isole Egadi è stata trovata la sigla <<V1D>>, che in qualche modo rappresenta una novità nell’ambito della campagna di scavi nel mare delle Egadi condotta in questi anni dalla RPM Nautical Foundation. Questo particolare è stato svelato durante l’esposizione al pubblico di tre dei dieci rostri fin ora ritrovati presso il campus archeologico museale di Triscina, direttamente dal soprintendente del mare Sebastiano Tusa.

Particolare del rostro

L’archeologo intervenuto ieri dopo le premiazioni nell’ambito del Festival internazionale del cinema archeologico, ha illustrato questo particolare che sino ad ora non era stato reso pubblico. «La sigla si trova all’interno di uno dei rostri ed è l’unica sino ad ora trovata – ha detto Tusa – non possiamo escludere che si tratta della firma del fonditore. Ulteriori studi scientifici ci consentiranno di acquisire ulteriori elementi. La sigla rappresenta, comunque, un elemento unico sino ad ora mai scoperto». «L’analisi accurata del bronzo ci ha consentito di studiare la bravura dei fonditori – spiega l’archeologa Cecilia Buccellato che sta collaborando con la campagna di ricerca – ogni rostro, dal peso medio di 180 chili, veniva preparato in un unico blocco e la presenza di poche bolle d’aria ci ha consentito di giudicare la bravura dei fonditori nel realizzare un unico pezzo in una volta». In fondo al mare delle Egadi, attualmente, rimane ancora un rostro già individuato e da recuperare. «Soltanto setacciando altre zone di mare possiamo riuscire a sapere della presenza di ulteriori reperti risalenti alla battaglia delle Egadi avvenuta nelle acque delle Egadi il 10 marzo 241 a.C. fra le navi romane e quelle cartaginesi» ha detto Tusa.

Audrey Vitale

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