Le camere di commercio siciliane saranno ridotte da 9 a 3. Questa la decisione dell’Unioncamere Sicilia, che lo scorso martedì a Palermo ha approvato l’atto di indirizzo che prevede la riorganizzazione delle sedi territoriali, in conformità con la riforma nazionale del sistema camerale.
“Una riorganizzazione era indispensabile per razionalizzare e ridurre le spese, modernizzare e rendere sempre più efficienti i servizi offerti al sistema produttivo siciliano, salvaguardando, allo stesso tempo, le specificità territoriali delle nostre imprese. ” ha affermato Antonello Montante, presidente di Unioncamere Sicilia.
La riforma camerale porterà anche in Sicilia ad una diminuzione delle entrate di circa 23 milioni di euro. Il personale della Camera di Commercio di Trapani aveva aderito alla mobilitazione nazionale per dire “no” ai tagli, ad iniziare dal dimezzamento del diritto annuale, chiedendo la salvaguardia delle funzioni e del ruolo degli enti camerali.
“A rischio ci sono tutti i servizi erogati dalle Camere di Commercio (tenuta del Registro delle imprese, degli Albi ed Elenchi abilitati, funzioni di regolazione del mercato, registrazione marchi e brevetti, supporto alle imprese, sostegno all’internazionalizzazione, finanziamento dei Confidi, funzioni promozionali…) – affermavano le organizzazioni sindacali in una lettera aperta – il pagamento degli stipendi del personale di ruolo e delle pensioni. E nell’Isola si potrebbero perdere un centinaio di posti di lavoro per l’impossibilità di mantenere in servizio il personale a tempo determinato ed i dipendenti delle Aziende speciali”.
La decisione è ora al vaglio di Unioncamere nazionale. Entro l’autunno, dopo il confronto con la Regione, le nove Camere di commercio siciliane dovranno deliberare il nuovo assetto, realizzando l’accorpamento seguendo le caratteristiche geo-economiche dei territori e rispettando la richiesta di Unioncamere di procedere per aggregazioni di Camere di commercio, formando nuovi enti con un bacino di imprese superiore alle 80mila unità.
“A partire dal 2015, le Camere di commercio siciliane saranno in serio pericolo di sopravvivenza dal punto di vista economico-finanziario – affermano ad Unioncamere Sicilia – è bene che il governo regionale si faccia carico del problema e trovi una soluzione senza la quale qualsiasi tipo di riorganizzazione e accorpamento sarà vanificato”.