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L’ex sindaco di Campobello Ciro Caravà condannato per peculato

Nuovi guai giudiziari per l’ex sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà. L’ex primo cittadino è stato condannato dal Tribunale di Marsala a otto mesi di reclusione per peculato d’uso. Caravà è stato invece assolto dall’accusa di truffa.

La vicenda risale alla campagna elettorale per le Regionali del 2008, in cui l’esponente del Pd era candidato nella lista “Finocchiaro presidente” (raccogliendo poi più di 4000 voti). In quell’occasione Caravà utilizzò per uno spot elettorale un video realizzato in precedenza in cui veniva ripreso un bene confiscato alla mafia. Secondo l’accusa, però, quelle immagini furono realizzate utilizzando l’auto di servizio del Comune di Campobello di Mazara, sulla quale, oltre all’autista, salì anche l’operatore di una emittente televisiva di Mazara del Vallo.

Il nome di Caravà era stato associato ad altre due vicende giudiziaria. Una, ancora in corso al Tribunale di Marsala, lo vede imputato per concussione, assieme agli ex consiglieri comunali di maggioranza Antonio Di Natale e Giuseppe Napoli. L’altra, la più nota, riguarda invece il suo coinvolgimento nell’operazione “Campus Belli” e il successivo procedimento giudiziario con un capo d’imputazione pesante come un macigno: concorso in associazione mafiosa. Il processo, celebratosi presso il Tribunale di Marsala, si concluse comunque positivamente per Caravà con la sentenza di assoluzione emessa lo scorso 6 febbraio dal collegio presieduto da Gioacchino Natoli, dopo che l’accusa aveva chiesto una condanna a 18 anni di detenzione.

Resta invece tuttora commissariato il Comune di Campobello di Mazara, per il quale  il Ministero degli Interni aveva disposto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dopo l’arresto dell’ex primo cittadino.

Vincenzo Figlioli

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