Futuro culturale Marsala, la delusione di chi investe da anni
Marsala – Il futuro culturale di Marsala appare sempre più incerto dopo la cancellazione dell’edizione 2025 del festival “Il Mare Colore dei Libri”, un evento che aveva trasformato il centro storico in un vivace punto di incontro tra autori, lettori, studenti e professionisti. Filippo Peralta, promotore culturale da oltre un decennio e ideatore del Premio 91025 Città di Marsala, ha espresso amarezza per la mancanza di sostegno da parte dell’amministrazione comunale, che ha scelto di non finanziare l’iniziativa nonostante mesi di interlocuzioni e l’inserimento nel cartellone estivo.
Il valore di un festival cancellato
Il Festival, ideato dai fratelli Paolo e Ottavio Navarra, ha animato Marsala per quattro edizioni, fino al 2024. Oltre alle presentazioni letterarie, proponeva laboratori, mostre e incontri gratuiti che coinvolgevano l’intera comunità. L’evento contribuiva anche alla valorizzazione degli angoli meno noti della città, trasformando vie, cortili e monumenti in palcoscenici culturali.
Tuttavia, nel 2025, nonostante fosse già stata avviata la promozione con locandine e comunicati ufficiali, l’amministrazione ha scelto di non sostenere economicamente l’iniziativa, costringendo gli organizzatori a cancellare l’edizione. Una decisione che, secondo Peralta, mina il tessuto culturale della città e priva la comunità di un appuntamento identitario.
Una cultura lasciata sola
Filippo Peralta, nella sua riflessione, sottolinea come questa mancanza di sostegno al futuro culturale di Marsala non sia un caso isolato. Anche il Premio 91025, che si svolge da oltre dieci anni con crescente apprezzamento, ha subito tagli inaspettati ai finanziamenti. Nell’ultima edizione, il contributo economico è stato dimezzato solo dopo la conclusione dell’evento, creando un danno concreto per l’organizzazione.
Secondo Peralta, la cultura non può essere trattata come un mero strumento da usare in campagna elettorale. Deve essere riconosciuta come un motore di sviluppo sociale ed economico, capace di creare relazioni, crescita e identità collettiva.
Il bisogno di una visione per Marsala
Il problema, secondo l’autore, è l’assenza di una guida politica forte e di una visione di lungo termine. Senza una direzione chiara, ogni evento culturale rischia di essere percepito come un episodio isolato, privo di continuità e valore strategico. Eppure, Marsala ha dimostrato nel tempo di possedere il potenziale per diventare un centro culturale di riferimento nel territorio trapanese.
La speranza di un ritorno
Nonostante le difficoltà, Peralta non si arrende. Anzi, rilancia: l’auspicio è che nel 2026 possa esserci una nuova edizione del Festival, magari ancora più ricca e partecipata. L’obiettivo è tornare a riempire gli spazi lasciati vuoti nel 2025, restituendo ai cittadini un’occasione di confronto e crescita.
La sua è una chiamata alla responsabilità, affinché la cultura non venga più trascurata ma riconosciuta come un investimento strategico per l’intera città.
In bocca al lupo agli organizzatori e a tutti coloro che credono ancora nel futuro culturale di Marsala.

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