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Parcheggio a Segesta, quattro condanne dopo l’inchiesta sulla gestione irregolare

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sabato 05 luglio 2025 - 15:00

Condanne parcheggio Segesta, riconosciute irregolarità nella gestione

Marsala Il tribunale di Trapani ha chiuso il processo sul parcheggio del Parco archeologico di Segesta con quattro condanne. L’indagine, denominata “Phimes”, è partita nel 2021 grazie all’intervento dei Carabinieri. Fin dall’inizio, l’inchiesta ha sollevato gravi dubbi sulla trasparenza della gestione pubblica.

Leonardo Isca, imprenditore coinvolto, sconterà sei anni di reclusione per corruzione e falso. Inoltre, i giudici hanno condannato a otto mesi, con pena sospesa, due ex vigili urbani di Calatafimi, Salvatore Craparotta e Giuseppe Ferrara, oltre all’ex sindaco Vito Sciortino. Secondo gli investigatori, questi ultimi avrebbero favorito l’assegnazione del parcheggio attraverso un bando pubblico manipolato. In questo modo, alcuni soggetti privati avrebbero ottenuto benefici economici, a danno della collettività.

Assoluzioni e posizione chiarita per altri tre imputati

Nel frattempo, il tribunale ha assolto tre imputati: Leonardo Accardo, ex vicesindaco, Giuseppe Cottone, ex assessore, e Girolamo Ferrara, imprenditore. Per questi soggetti non sono emerse responsabilità penali concrete. La loro posizione, dunque, è stata definitivamente chiarita.

La denuncia e il ruolo della Società Geografica Siciliana

A denunciare per prima la vicenda è stata la Società Geografica Siciliana, con sede a Palermo. Proprio grazie a questa segnalazione, l’intera inchiesta ha preso forma. L’associazione è stata riconosciuta parte civile e ha ottenuto un risarcimento pari a tremila euro, oltre al rimborso delle spese legali da parte degli imputati condannati.

Il presidente della SGS, Massimo Mirabella, ha espresso soddisfazione per l’esito del processo. A suo parere, questa sentenza rappresenta un messaggio chiaro contro ogni forma di abuso dei beni culturali pubblici. “Dobbiamo difendere i nostri monumenti, il paesaggio e il diritto dei cittadini e dei turisti a fruire di spazi culturali in modo corretto”, ha dichiarato.

Iniziative culturali per rilanciare l’immagine di Segesta

In un primo momento, l’associazione intendeva finanziare una borsa di studio con le somme ottenute. Tuttavia, l’importo si è rivelato troppo basso. Per questa ragione, i fondi saranno usati per attività di promozione culturale a favore del Parco di Segesta. Queste iniziative, se ben strutturate, potranno contribuire a rilanciare l’immagine del sito archeologico, tra i più visitati della Sicilia occidentale.

In conclusione, la vicenda dimostra quanto sia essenziale garantire trasparenza e legalità nella gestione del patrimonio pubblico. Solo così è possibile tutelare ciò che appartiene a tutti e restituire fiducia ai cittadini.

Complimenti alla Società Geografica Siciliana per l’impegno civico e la tutela del territorio. Che questo caso sia monito per il futuro.


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