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A Mazara celebrata la Giornata per la Disabilità: “Ma c’è ancora tanto da fare”

Anche Mazara, lo scorso 4 dicembre, ha celebrato la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità con la manifestazione “Insieme Senza Confini” organizzata dall’associazione paralimpica “Mimì Rodolico”. Una manifestazione organizzata di concerto con la IV e la V Commissione del Consiglio comunale che unitamente all’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Isidonia Giacalone hanno voluto rilanciare i valori dell’inclusione attraverso lo sport.  Giornate che vengono celebrate una volta l’anno e che però rischiano di rimanere fine a se stesse, se non ci si impegna a fondo per un cambiamento culturale. Ce lo ha spiegato Gaspare Majelli, presidente dell’ASD Paralimpica “Mimì Rodolico” e membro del Consiglio Nazionale della FISDIR (Federazione Sportiva Italiana degli intellettivi relazionali).

Se pensiamo che con queste occasioni si possa creare il concetto di inclusività o educare le persone ci prendiamo in giro. Indubbiamente servono un po’ a stimolare una crescita culturale molto lenta. A parole sono tutti vicini alla disabilità e ai ragazzi, ma quando poi ci devi vivere accanto, ahimè non sono del tutto accettati”. Ed è proprio qui che Majelli ci racconta alcuni episodi lampanti, chiedendoci però di non menzionarli per rispetto dei ragazzi. “L’inclusività non esiste, questi episodi – prosegue Majelli – sono la cartina da tornasole. Molti dimostrano affetto per cinque minuti, poi però includere questi ragazzi in un contesto è pura utopia”. Majelli poi azzarda un paragone: “L’inclusività è come l’integrazione. Mazara è conosciuta al mondo come la città che ha integrato i tunisini. Noi che viviamo a Mazara però sappiamo benissimo che i tunisini non sono del tutto integrati. Ci conviviamo e ognuno vive per conto suo, ma non c’è un’integrazione al 100%. Queste occasioni sono importanti per dimostrare che anche un ragazzo disabile può fare sport, socializzare. E anche per far capire alle famiglie che grazie allo sport i ragazzi possono avere opportunità come gli altri. Dire che sono giornate inclusive però è esagerato”.

Molti – avverte ancora Majelli – scambiano la Giornata internazionale dei diritti per i Disabili come giornate di festa. Invece, proprio come l’8 marzo, sono giornate di lotta. Erano giornate nate per far valere i diritti non riconosciuti. È un lavoro molto molto lungo. Io ho vissuto nel mondo della scuola e lo so. I ragazzini disabili, ad esempio, all’interno della classe vengono abbracciati. Ma quando poi si organizza qualcosa fuori dall’ambiente scolastico, allora vengono emarginati”. Che ci sia tanto da fare lo dimostrano anche i continui ostacoli che i disabili devono affrontare quotidianamente: “Il problema delle barriere architettoniche esiste ed è grave. Gli scivoli per una carrozzina sono delle barriere insormontabili, ma nessuno se ne rende conto. A Mazara ci sono degli scivoli che sono delle barriere, con un battente di almeno tre centimetri che con la carrozzina, da soli, non si possono superare”.

C’è però da dire che questa volta la politica si è fatta trovare presente: “Sicuramente vedo un atteggiamento diverso, ci sono dei consiglieri giovani che hanno voglia di fare qualcosa di diverso anche nei confronti della disabilità. Mi hanno già detto che vorrebbero organizzare altre iniziative in futuro, bisogna far cambiare atteggiamento a questa società”. Nello scorso mese di novembre, inoltre, Gaspare Majelli è stato eletto, per i prossimi quattro anni, nuovo presidente ANSMes (Associazione Nazionale Stelle, Palme e Collari d’Oro al Merito del CONI e del CIP) di Trapani. Anche con la nuova carica, l’intenzione è quella di promuovere inclusione, socialità e pari opportunità: “Quello è il nostro primo obiettivo. Abbiamo fatto già un primo incontro. Vogliamo andare all’interno delle scuole per affrontare le tematiche, le finalità e gli obiettivi dello sport. Vogliamo lanciare dei messaggi, l’augurio è che quello che facciamo e che diciamo possa essere sviluppato dai ragazzi perché non è una sola lezione che porta a un cambiamento culturale. Sono percorsi lenti, come quello relativo al senso civico. Una società rispettosa diventa tale nel momento in cui cambia atteggiamento nei confronti della disabilità”. 

Luca Di Noto

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